Decreto sviluppo in settimana stretta su pensioni e rendite catastali

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ROMA – Rilanciare la crescita è il tema cruciale della settimana che si apre oggi. Sullo sfondo, lo “spread”, ovvero la distanza tra il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio che, al pari di quello tra i nostri titoli e gli analoghi tedeschi, è sempre più ampio. In ballo, la titolarità  della “cabina di regia” sulle misure da prendere in tutta fretta. Da una parte, Tremonti: mercoledì incontra banche e imprese per un confronto sulle infrastrutture, tenendo conto anche della bozza preparata dal ministro Matteoli, mentre giovedì presiede al Tesoro un seminario sulle privatizzazioni, in vista di possibili cessioni di quote delle aziende municipalizzate. Dall’altra, Berlusconi che annuncia un decreto già  nel primo Consiglio dei ministri utile. «In settimana esamineremo provvedimenti strutturali sulle dismissioni del patrimonio pubblico, le liberalizzazioni, le leggi obiettivo, le opere pubbliche e i grandi corridoi europei», ha annunciato ieri a sorpresa il premier, incalzato anche dalle pressioni arrivate nel fine settimana dalla riunione annuale dell’Fmi a Washington.
Al cuore del “decreto sviluppo”, a costo zero per il bilancio della Stato, come annunciato, ci sarà  proprio il rilancio delle grandi opere pubbliche con sgravi fiscali (meno Irap e Ires) e burocrazia “light” per le imprese concessionarie. A cui aggiungere misure su Anas, porti e servizi ferroviari con l’estero. Nel pacchetto potrebbero però rientrare anche alcune proposte del Manifesto lanciato da Confindustria, considerate utili a fare cassa, per tamponare i saldi ballerini della manovra di agosto, se sarà  necessario, o finanziare ulteriori iniziative per la crescita. Tra queste, oltre le privatizzazioni e le liberalizzazioni da rilanciare, anche la tassa per chi preleva più di 5 mila euro da bancomat o sportello, per scoraggiare l’uso del contante e l’evasione, favorendo la tracciabilità . Più difficile l’accoglienza della patrimoniale all’1,5 per mille annuo. Mentre si fa strada l’adeguamento delle rendite catastatali (l’ultimo, del 5% fu nel 1996) che assicurerebbe risorse utili, uno o due miliardi, a seconda delle ipotesi. Come si vede nelle due simulazioni in pagina (revisione del 15 o del 25% delle rendite), l’incremento dell’Ici pagata sulla seconda casa, per un’abitazione di cinque vani in centro a Roma e Milano, varia dai 128 ai 320 euro. A queste cifre si aggiungerebbe il maggiore gettito dalle imposte di registro e dall’Irpef sulle seconde case. Secondo l’Agenzia del Territorio, nel 2009 il valore di mercato degli immobili italiani era in media 3,7 volte il suo valore “fiscale”, determinato in base alle vecchie rendite. Un tesoretto da 6 miliardi da cui pescare. Sempre in tema, anche l’Imu, la nuova Ici prevista dal federalismo, potrebbe essere introdotta già  nel 2012, assicurando un miliardo.
Per quanto riguarda le pensioni, ovvero l’anticipo al 2012 dell’aumento dell’età  di uscita per l’aspettativa di vita e l’accelerazione di quella delle donne nel privato – proposte sollecitate dagli industriali, invise ai sindacati, ma su cui si registra un’inedita apertura della Lega – sono ancora sul tavolo per finire non più nel decreto sviluppo ma nella delega assistenziale o nella legge di stabilità  (la Finanziaria) oppure direttamente in un decreto ad hoc ed essere quindi immediatamente in vigore. Un segnale forte da dare ai mercati.


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