Dall’artigianato alle fattorie: cresce “l’universo vegano”

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MILANO – Sono convinti che anche gli animali abbiano diritto alla vita e a non essere sfruttati. Per questo rinunciano non solo alla carne ma pure al latte, alle uova ed evitano di indossare lana, seta, pelle e cuoio. In Italia i vegani sono 242mila e hanno creato una nuova economia: dalle fattorie che non usano letame ma solo concimi vegetali, agli artigiani che realizzano camicie in canapa o fibra di bambù. È quanto emerge dall’inchiesta del numero di ottobre di Terre di mezzo – street magazine dal titolo “Universo vegano”. Un universo in espansione, visto che sono nati i primi Gruppi di acquisto solidali (Gas) vegani e si moltiplicano i festival: Veganch’io nel milanese, la Sagra del seitan a Firenze, il VegFestival a Torino, il Vegan Fest a Camaiore (Lucca).

A Verona, Torino, Mantova e Cento (Fe), inoltre, sono stati aperti in questi anni ambulatori pediatrici che seguono i bambini vegani. La scelta dei genitori non sembra penalizzare la salute dei figli: uno studio condotto dall’università  di Verona su un gruppo di 97 bambini vegetariani tra uno e due anni di età , di cui 11 anche vegani, ha riscontrato livelli di crescita nella norma. Solo un bambino vegano di 7 mesi, allattato al seno, ha subito un iniziale deficit di accrescimento e di maturazione psicomotoria, causato da un’insufficiente apporto di vitamina B12 della dieta della madre.

Autore dell’inchiesta Lorenzo Guadagnucci, giornalista del Quotidiano nazionale e autori di libri sul G8 di Genova, sul razzismo e sul commercio equo e solidale. Da vent’anni è vegetariano e da qualche mese vegano: ” Perché occuparsi dei diritti animali, quando i diritti umani sono continuamente violati? -scrive su Terre di mezzo- In realtà  non vi è alcuna incompatibilità  fra diritti animali e diritti umani, semmai si tratta di rendere davvero universale l’applicazione del diritto alla vita”. (dp)

 

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