Condono del 2002, per chi non paga una multa del 50%
L’emendamento alla manovra proposto dal Pd e approvato dalla commissione Bilancio del Senato, che ha chiesto ai condonati in mora di sanare il debito entro fine anno, parla infatti chiaro: per chi non obbedirà anche questa volta (dopo aver avuto bisogno del condono e dopo non averne pagato il «biglietto d’ingresso»), «la posizione relativa a tutti i periodi di imposta successivi a quelli condonati, per i quali è ancora in corso il termine per l’accertamento, è sottoposta a controllo da parte dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di Finanza entro il 31 dicembre 2012». Gli anni ancora accertabili in genere sono gli ultimi cinque (nel 2012: dal 2007 al 2011), ma — per esempio — per certe fattispecie con importi significativi di rilevanza penale si può arrivare a 9 anni. Tra gli addetti ai lavori, però, non mancano i dubbi: se in otto anni il Fisco non ha incassato i soldi in questione — sostengono alcuni —, difficile che ci riesca adesso in pochi mesi.
La sanzione, comunque, per chi anche questa volta non vorrà pagare, non si ferma al maxiaccertamento, ma prevede anche una penale del 50% del debito non saldato, interessi inclusi.
Il provvedimento dovrebbe riguardare però solo una fetta delle somme non riscosse visto che dei circa 4 miliardi di incasso tuttora attesi dalle procedure del condono 2002 «circa 2,5-2,7 sono inesigibili»: lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera.
Quali saranno i tempi della mossa anti-multipla evasione, secondo l’emendamento in questione? L’Agenzia delle Entrate e le società del gruppo Equitalia daranno il via entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione della manovra ad una ricognizione dei contribuenti che non hanno ad oggi saldato il conto del condono 2002. Nei successivi trenta giorni Equitalia farà partire — si legge nel testo — «ogni azione coattiva necessaria al fine dell’integrale recupero delle somme dovute e non corrisposte, maggiorate degli interessi maturati, anche mediante l’invio di un’intimazione a pagare quanto concordato e non versato alla prevista scadenza, inderogabilmente entro il termine ultimo del 31 dicembre 2011».
Dopo, per chi continuerà a latitare, arriveranno la maggiorazione del 50% e il maxi accertamento. I controlli avverranno «anche con riguardo alle attività svolte dal contribuente con identificativo fiscale diverso da quello indicato nelle dichiarazioni relative al condono». Con l’obiettivo di ridurre le possibilità di sfuggire, ancora una volta, al Fisco.
Per i dettagli, però, bisogna aspettare le circolari attuative.
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