Commissione sullo sviluppo Il partito vincola Tremonti

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ROMA — Doveva uscire almeno una fumata bianca. Ma né sul nome del successore di Mario Draghi come governatore della Banca d’Italia né sulle misure a sostegno dello sviluppo sono state prese delle decisioni concrete. Nel vertice di maggioranza (Pdl, Lega nord e Responsabili) che si è svolto a Palazzo Grazioli, residenza privata di Silvio Berlusconi, è emerso con chiarezza soltanto l’orientamento ad accelerare l’iter della legge sulle intercettazioni. «La prossima settimana il provvedimento sarà  inserito nel calendario dei lavori alla Camera», rivela Maurizio Lupi che dell’assemblea di Montecitorio è uno dei vice presidente.

Sugli altri temi si è convenuto di prendere tempo, segno che non è stato possibile raggiungere un’intesa. Secondo quanto è trapelato, Berlusconi è stato invitato ad assumere su di se la responsabilità  del «dossier Banca d’Italia». «Deve essere lui a gestire i rapporti con il direttorio», osserva uno maggiorenti del Pdl, lasciando così intendere che la partita non deve essere lasciata nelle sole mani del ministro dell’Economia, ma discussa a livello di maggioranza coinvolgendo, come hanno fatto notare i leghisti, anche Umberto Bossi che vuole dire la sua in proposito.

Del resto che Tremonti sia stato il convitato di pietra lo si desume dalla decisione su come arrivare ai provvedimenti per la crescita invocati dalle parti sociali e da numerosi parlamentari. I testi, viene fatto notare, saranno elaborati entro un paio di settimane e saranno il frutto di un lavoro combinato dei gruppi parlamentari della maggioranza. Si è, insomma, dato vita a una sorta commissione che dovrà  fornire i materiali a Berlusconi, allo stesso Tremonti e al sottosegretario alla presidenza Gianni Letta, chiamato a svolgere il delicato ruolo di mediatore tra i due. Si è delineata una specie di cabina di regia che affianchi nelle scelte il ministro dell’Economia. Intanto si è saputo (lo ha rivelato Ignazio La Russa) che il ministero della Difesa dovrà  tagliare un miliardo e 400 milioni di euro: «Ma non toccheremo il livello di efficienza delle forze armate».

I tempi quindi slittano, come d’altronde si era intuito già  domenica quando Berlusconi aveva ammesso che il governo questa settimana si sarebbe limitato a esaminare i possibili interventi e non aveva prospettato una riunione del consiglio dei ministri con all’ordine del giorno appunto le misure a sostegno dello sviluppo. Anche sulle riforme istituzionali (dalla riduzione del numero dei parlamentari alla modifica del bicameralismo perfetto con l’introduzione di una Camera delle regioni, fino a un aumento dei poteri del premier) non si sono indicate date certe. «Abbiamo ribadito — ha osservato al riguardo il vicepresidente dei senatori Gaetano Quagliariello — l’impegno a realizzare le riforme costituzionali. Entro 40 giorni ci sarà  il primo voto al Senato».


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