Bpm diventa duale, arriva Salvatori
MILANO — Non è stato facile ma a notte inoltrata Massimo Ponzellini è riuscito a ottenere il via libera del consiglio al nuovo statuto duale della Bpm e a un aumento di capitale da 800 milioni. Ci sono volute nove ore per la fumata bianca, giunta al termine di una giornata in cui la Bpm ha fatto scintille in Borsa chiudendo in rialzo del 12%.
A sancire la svolta a Piazza Meda sono stati però solo i consiglieri di maggioranza e il rappresentante della Cassa di Risparmio di Alessandria. Le minoranze, ovvero i soci non dipendenti e pensionati, hanno votato contro la nuova governance che dal loro punto di vista sarebbe ancora sbilanciata sugli Amici della Bipiemme, il parlamentino dei sindacati interni che nomina la maggioranza del board e che nel sistema duale manterrà la presa sul consiglio di sorveglianza: avrà 11 poltrone su 19, incluse quelle del presidente e dei due vicepresidenti di Bpm. Il duale cambia però l’articolazione dei poteri che spetteranno quasi esclusivamente al consiglio di gestione e al consigliere delegato, nominati dal consiglio di sorveglianza.
Adesso il nuovo statuto dovrà essere sottoposto all’assemblea. Se tutto andrà secondo programma dovrebbe tenersi il 22 ottobre e procederà pure alla nomina del nuovo consiglio di sorveglianza. Anche qui sarà determinante l’Associazione Amici che, visto il voto di ieri sera, dà ormai per acquisito il risultato. I sindacati interni avrebbero già un accordo di massima sui nomi da mettere in lista per il consiglio di sorveglianza e da indicare per quello di gestione. Ponzellini non c’è. I rappresentanti della Fabi presenterebbero Carlo Salvatori per la presidenza e Onofrio Amoruso e Marcello Priori per le vicepresidenze. Gli altri posti sarebbero invece ripartiti così: per la Fisac Ezio Simonelli, Giuseppe Coppini e Mario Mazzoleni, per la Uilca Michele Zefferino, Maurizio Cavallari e Umberto Bocchino, mentre la Fiba nominerebbe Sergio Schieppati e Carlo Dell’Aringa. Quanto al consiglio di gestione le indicazioni sono per gli ex banchieri Dante Razzano (presidente) e Davide Croff, il docente della Bocconi, Maurizio Dallocchio, l’attuale direttore generale di Bpm, Enzo Chiesa e Andrea Bonomi. Il patron di Investindustrial riuscirebbe quindi a entrare in Piazza Meda, ma non come presidente del consiglio di sorveglianza. Non c’è Matteo Arpe, sgradito agli Amici.
Per completare la svolta non basta tuttavia il voto dell’assemblea. L’ultima parola spetta a Banca d’Italia. Mentre il lavoro procedeva ci sono stati contatti frequenti tra Milano e Roma. L’ultimo, lunedì. Anche i rappresentanti dell’Associazione Amici hanno cercato di sondare Bankitalia, a Milano, ma senza ottenere udienza. La risposta di Palazzo Koch sarà determinante. E al momento non sembrerebbe così scontata. La Vigilanza sta continuando a tenere sotto strettissima osservazione le mosse dentro Bpm e la scorsa settimana ha inviato i suoi funzionari a Piazza Meda per una nuova ispezione «mirata». E’ possibile che già oggi il nuovo statuto venga presentato a Via Nazionale per un esame preventivo. Bankitalia, in via informale, potrebbe suggerire alcuni correttivi. Oppure esercitare la facoltà insindacabile di modificarlo prima dell’assemblea. Ma potrebbe anche riservarsi il giudizio finale dopo il voto dell’assemblea.
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