Bankitalia, due vertici sul Governatore

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ROMA — Il governo prende tempo sulla nomina del nuovo Governatore e manda a vuoto la riunione fissata ieri mattina del Consiglio superiore di Via Nazionale. Una fitta serie di incontri istituzionali si sono svolti nel pomeriggio, ma senza un esito immediato. A palazzo Chigi il presidente del Consiglio ha ricevuto il Governatore uscente Draghi e il responsabile dell’Economia Tremonti, mentre poi Draghi è salito al Quirinale dal presidente della Repubblica, Napolitano. Ciò nonostante, il premier ha dovuto dichiarare a fine giornata che sulla designazione «non ci sono novità ».

Insomma, quando tutti attendevano la lettera d’investitura del nuovo inquilino di Palazzo Koch, c’è stata invece una fumata nera. Ed è proseguito il braccio di ferro sui due candidati in corsa: l’attuale direttore generale della Banca, Fabrizio Saccomanni, e il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, fortemente sponsorizzato da Tremonti. Il fatto nuovo è stato l’appoggio plateale e pubblico del leader della Lega, Umberto Bossi, a Grilli. Intorno alle 14.30 arrivando a Montecitorio, Bossi ha sostenuto davanti a tutti, di preferire lui. Con una motivazione tutta padana: «Non fosse altro perché è di Milano».

Naturalmente la presa di posizione di Bossi ha scatenato le reazioni delle opposizioni. «Bossi preferisce Grilli alla Banca d’Italia perché è di Milano? Beh, se è così, io ho un candidato di Bettola…». ha commentato sulla sua pagina Facebook il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, nato appunto a Bettola, in provincia di Piacenza. Di «indecente intromissione della Lega sulla nomina» ha parlato Francesco Rutelli, presidente nazionale Api e dei senatori del Terzo Polo. «In un momento così drammatico per l’economia, anziché mettere Bankitalia al riparo dalla diatriba politica, la Lega si inventa una pregiudiziale etnica sul governatore della Banca d’Italia» ha detto. Antonio Di Pietro ha stigmatizzato le notizie sulle trattative sulla nomina già  dalla prima mattina. «Deploriamo che le nomine di un organismo che dovrebbe essere di garanzia siano oggetto di mercanteggiamento e merce di scambio», ha spiegato il leader dell’Idv. Mentre il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, ha sottolineato che il «balletto delle trattative politiche sul Governatore è uno schiaffo all’indipendenza di Palazzo Koch e rischia di minare ulteriormente la credibilità  italiana sui mercati e nei rapporti con la Bce».

Mentre era ancora in corso il Consiglio superiore della Banca, forse come un estremo tentativo di giungere ad una designazione ieri, è stato reso noto (intorno alle 13) il contenuto di un colloquio tra Bersani e il leader Udc Pier Ferdinando Casini. «Desta grande preoccupazione la decisione del governo di mantenere nell’incertezza la scelta del nuovo Governatore della Banca d’Italia che dovrà  succedere a Mario Draghi» hanno concordato i due leader. «Nel mezzo di una tempesta finanziaria internazionale che vede l’Italia in prima linea — hanno sostenuto — invece di offrire certezze e stabilità , il governo continua a tenere pericolosamente in bilico il Paese per mere esigenze personali o di equilibri interni». Il presidente del Copasir, Massimo D’Alema ha affermato che «è scandaloso che ci sia partita politica».

Ma anche il presidente dei deputati del Pdl, è sembrato tagliare le ali alla candidatura di Grilli. «Si tratta di una questione che va affrontata con grande ponderazione e non giocandosela mettendo in pista dei nomi che possono rappresentare non un fattore evolutivo per la Banca d’Italia ma un fattore involutivo», ha detto Fabrizio Cicchitto.


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