Asmussen alla Bce, il socialdemocratico che parla italiano e viene dalla Bocconi

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L’uomo che da oltre un decennio rappresenta la Germania nella preparazione dei grandi vertici internazionali per i temi di strategia economico-finanziaria.
Come mai tutta questa fretta? Semplicemente, dopo il ritiro di Stark (il secondo, a distanza di sei mesi, dopo le dimissioni del capo della Bundesbank Axel Weber) il governo cercherebbe di dissipare i forti dubbi emersi circa l’effettiva influenza dei banchieri centrali tedeschi sulla politica monetaria europea. Nonostante le dimensioni della Germania e il ruolo di primo azionista della Germania in Bce, i due banchieri ortodossi hanno gettato la spugna, perché erano isolati nell’opposizione agli acquisti di bond sovrani. Il loro addio ha aperto la strada allo sherpa Asmussen. L’economista 45enne dal cranio rasato, natio di Flensburg, nel Nord della Germania, ha alle spalle una carriera modello nel ministero delle Finanze. E rappresenta la nuova generazione di «tecnici» pragmatici e internazionali. Socialdemocratico della prima ora, ha iniziato la carriera nel ’96 con il ministro Theo Waigel (Csu), proseguita poi con Hans Eichel (Spd), e quindi con Piet Steinbrueck, con il quale ha sviluppato, durante la Grande Coalizione, i progetti di salvataggio delle banche.
Un’esperienza proseguita poi sotto Schaeuble, con il quale ha disegnato i salvataggi europei.
Asmussen racconta spesso quanto sia stata determinante l’esperienza di due anni a Milano, per conseguire il master Mba alla Bocconi, fra il 91-92, quando ha imparato, fra l’altro, anche l’italiano. E attraverso il ministero ha sviluppato vasti contatti, fra cui spicca, dal 98, anche la conoscenza e stima reciproca con l’allora direttore generale del Tesoro Mario Draghi. Dalla quale potrebbe svilupparsi un asse importante, allargato all’altro membro italiano del board Lorenzo Bini Smaghi, quando l’attuale governatore di Bankitalia sostituirà  il presidente Jean-Claude Trichet in Bce.
Un consiglio fortemente «italiano», come ha sostenuto il Wall Street Journal? Si vedrà . Ma senz’altro un modo comune europeo di risolvere la crisi di Eurolandia. Un altro sprone pragmatico è atteso dai rapporti con il nuovo presidente della Bundesbank Jens Weidmann, amico di Asmussen fin dai tempi dell’università , quando erano studenti di Axel Weber. Ma li ha uniti anche l’esperienza della gestione della crisi, dal 2007 in poi, quando Weidmann era consulente della Cancelliera Angela Merkel e Asmussen al ministero. Nuove basi per una posizione più conciliante, per risolvere la crisi, anche se non sarà  facile scavalcare timori e scetticismo dell’opinione pubblica tedesca.


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