by Sergio Segio | 13 Settembre 2011 7:06
ROMA — I mercati continuano a tremare sotto il peso della paura per la tenuta dell’euro. A provocare un’altra giornata nera per le Borse e per i titoli pubblici è stato il riaffiorare dei timori per un default della Grecia. Timori che a loro volta hanno aggravato le tensioni sulle banche creditrici, le francesi in prima linea, e hanno fatto crollare i listini nelle piazze europee.
L’Italia è rimasta sotto pressione: Piazza Affari ha perso il 3,89% ma non è stata la peggiore — è stata superata in negativo da Parigi in caduta del 4,03% — mentre i Btp hanno ampliato il loro differenziale di rendimento sui Bund tedeschi di uguale durata fino a 382 punti base, che è più o meno quello che c’era l’8 luglio prima dell’avvio degli acquisti da parte della Bce.
La tempesta ha colpito l’Europa intera — a Madrid la Borsa è scivolata del 3,41%, a Francoforte del 2,27% e a Londra dell’1,63% — anche se l’Italia, con la Spagna, è ancora sotto attacco. Lo testimoniano anche i risultati dei collocamenti sul mercato dei titoli di Stato per finanziare il fabbisogno. Ieri l’asta dei Bot annuali è andata bene perché i titoli sono stati piazzati tutti con facilità , ma il Tesoro ha dovuto pagare tanto per riuscirci. I tassi sono infatti saliti al 4,1% (che al netto delle imposte e delle commissioni significa un 3,3% annuale a disposizione dei risparmiatori che volessero tornare a investire nei Bot). Già in luglio i rendimenti dei titoli annuali erano saliti al 3,6%, ma questo ulteriore scatto di mezzo punto la dice tutta sull’aumento di rischiosità del debito italiano agli occhi degli investitori internazionali. Oggi andranno in asta i titoli a medio e lungo termine, i Btp: le previsioni degli operatori sono anche in questo caso positive per l’ammontare delle richieste attese, ma non per i tassi che potrebbero fare un balzo in sintonia con quanto sta avvenendo nelle contrattazioni del secondario, dove il rendimento dei decennali si aggira sul 5,35%.
Ieri è stata comunque l’ennesima giornata nera per le banche, i cui titoli sono crollati ovunque. Alla Borsa di Milano le azioni Unicredit sono scese del 10,91%, e quelle di Intesa Sanpaolo del 9,54%. A sorprendere però è stato il crollo dei gruppi creditizi francesi, che ha dato il via alla generale discesa delle quotazioni, con Bnp Paribas, scivolato del 12,35%, Credit Agricole del 10,64% e Société Générale del 10,75%, causato dai timori per un possibile declassamento del rating da parte di Moody’s per l’esposizione nei confronti della Grecia.
Un accenno di recupero dei listini si era avuto nel primo pomeriggio dopo le dichiarazioni del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, che da Basilea ha fatto sapere che l’economia mondiale e in particolare quella dell’Europa «sta rallentando, ma questo non vuol dire che ci sia recessione». E che comunque «la Bce ha la capacità di fornire liquidità su base illimitata e a tasso fisso». Trichet ha quindi rinnovato l’appello alla Grecia perché rispetti gli impegni presi. Le sue dichiarazioni hanno determinato l’interruzione del calo dei listini che poi però è ripreso sotto la spinta appunto dei timori per le banche francesi. Quanto all’euro è rimasto debole sui livelli di venerdì, a 1,36 dollari.
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