A Nairobi si incendia un oleodotto: oltre 100 morti
Ha causato almeno 120 morti ieri lo scoppio e il successivo incendio di un oleodotto in Kenya. L’esplosione ha avuto luogo nella capitale Nairobi, nella baraccopoli Sinai, povera e densamente popolata, che si trova nella zona industriale della città Lunga Lunga sulla strada dal centro città all’aeroporto.
E’ una tragedia già vista in Kenya. La causa dello scoppio non è chiara, ma potrebbe trattarsi di un mozzicone di sigaretta gettato da qualcuno in una fogna aperta piena di petrolio. Il carburante, secondo gli abitanti della baraccopoli, fuoriusciva da una falla nel vicino deposito di proprietà della Kenya Pipeline Company. Il mozzicone di sigaretta avrebbe innescato l’incendio, che si è trasformato in tragedia perché nel frattempo una gran folla si era ammassatto intorno all’oleodotto, per cercare di rubare un po’ del prezioso olio nero. Testimoni parlano di scheletri fumanti, pezzi di corpi sbalzati anche a 300 metri di distanza e cittadini gravemente ustionati che vagano per il quartiere sconcertati e storditi.
Il bilancio delle vittime non è ancora ufficiale, le autorità locali riferiscono che faranno il conto preciso solo dopo aver domato l’incendio. I pompieri hanno recintato l’area e spruzzato materiale chimico per contenere le fiamme. La Croce rossa locale parla di almeno 75 corpi ritrovati e la polizia kenyota fornisce aggiornamenti costanti: «Pensiamo che le vittime possano essere circa 120 e continuiamo a cercare per recuperare altri corpi».
Altre centinaia di persone sono state gravemente ferite dall’esplosione e sono state portate negli ospedali vicini: l’ospedale nazionale Kenyatta riporta di aver ricoverato 112 persone con ustioni di terzo grado solo durante la mattinata. Il primo ministro Raila Odinga, il vicepresidente Kalonzo Musyoka e il ministro dell’energia Kiraitu Murungi sono subito andati sul luogo dell’incendio e hanno promesso aiuti alle vittime, mentre il presidente Mwai Kibaki ha visitato gli ustionati gravi nel maggiore ospedale pubblico del paese. Il vice portavoce della polizia Charles Owino ha dichiarato che «il governo farà tutto il possibile per assicurare ai feriti tutte le cure necessarie e far sì che le famiglie che hanno perso i loro cari siano ricompensate».
Una falla nel deposito del carburante, l’incuria di qualcuno e la disperazione di molti: la tragedia è fatta. E non è la prima volta. Nel 2009 più di 120 persone sono morte per l’incendio scoppiato mentre stavano «cannibalizzando» carburante da un autocisterna rovesciata, nell’ovest del paese. Nella gran povertà , la pratica di rubare qualche tanica di petrolio è diffusa. e spesso finisce in catastrofi come questa, o come i numerosi casi analoghi registrati in Nigeria.
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