Via a liberalizzazioni e privatizzazioni spunta una “Robin tax” sull’energia
MILANO – Privatizzazione dei servizi pubblici locali, ma non del settore idrico per rispettare il voto del referendum. Liberalizzazione delle professioni e delle attività economiche. Incentivi per la privatizzazione di aziende controllate dagli enti locali, a cominciare da quelle comunali. Un’ulteriore semplificazione delle norme per l’inizio di attività imprenditoriali ed economiche. Ma anche provvedimenti che riguardano l’energia, nel tentativo di ridurre i prezzi dell’elettricità .
Il lungo articolato della manovra straordinaria varata ieri dal governo ha un ampio ventaglio di proposte che risponde alla richiesta dell’Unione Europea di un aumento del tasso di liberalizzazioni in campo economico. Al punto che il ministro Giulio Tremonti ha sottolineato come le misure adottate «anticipano la riforma dell’articolo 41 della costituzione» che riguarda la libertà dell’iniziativa economica.
In particolare, il governo punta sul passaggio ai privati dei servizi ora gestiti dalle amministrazioni pubbliche, dalle utility ai trasporti. Di più: come anticipato sempre da Tremonti, il decreto-legge contiene «un meccanismo efficace di privatizzazione dei servizi locali e una normativa efficace su municipalizzate». Si parla di incentivi a quei Comuni che accelereranno le gare per il passaggio ai privati.
Dopo anni di polemiche e di immobilismo in materia, il governo – come si legge nel comunicato ufficiale – ha approvato «misure per favorire lo sviluppo, la liberalizzazione delle professioni e delle attività economiche». Inoltre, il decreto contiene provvedimenti che dovrebbero diminuire il peso della burocrazia e i tempi di attesa di chi intende avviare un’impresa.
Il governo ha affrontato nella manovra anche un corposo capitolo legato all’energia. Palazzo Chigi, per esempio, rilancia sulla cosiddetta Robin Hood Tax nei confronti dei gruppi del settore energia: «Se funziona – ha detto ieri il ministro Tremonti – i tagli ai ministeri possono scendere da 6 a 5 miliardi».
Tra i provvedimenti anche un punto che dovrebbe portare alla «riduzione delle tariffe elettriche e del gas». Dalle prime indiscrezioni, dovrebbe trattarsi della suddivisione del paese in tre macro-aree, nel tentativo di abbassare il prezzo dell’elettricità .
Non sono entrati nel provvedimento, invece, i tagli alle rinnovabili: era previsto un ulteriore riduzione del 30% degli incentivi, attraverso l’uniformizzazione ai contributi che si pagano in Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna. Ma all’ultimo momento il punto è stato stralciato.
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