Vangelo e Facebook, la svolta del Papa

by Sergio Segio | 20 Agosto 2011 8:03

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MADRID – Non è da tutti i giorni mettersi a tavola con il Papa. Tantomeno con un uomo, anziano, il quale pur dal suo pulpito altissimo ti parla di Internet e di Facebook. Sembrano doppiamente sorpresi, oltre che emozionati, i 12 ragazzi appena alzatisi dal desco dove hanno desinato e conversato con Benedetto XVI. Sono due per ogni continente, estratti a sorte tra i volontari giunti a Madrid per la Giornata della gioventù, assieme a due giovani spagnoli. Olivier Richard è francese: «Il Pontefice ci ha parlato dell’importanza del web – dice sotto il ciuffo – delle nuove tecnologie, di Facebook, e ci ha spiegato che la Chiesa comunica da 2000 anni e oggi deve essere presente anche sulla piazza virtuale, usando per l’annuncio del Vangelo questi nuovi strumenti».
È stata intensissima e densa di avvenimenti la seconda giornata madrilena di Joseph Ratzinger. Iniziata con l’incontro con le giovani religiose («si constata una sorta di eclissi di Dio, una certa amnesia»), e poi proseguita al complesso dell’Escorial con la riunione dei docenti universitari sotto i 40 anni. Qui il Ratzinger docente era a suo agio, con parole andate anche oltre il suo magistero: «Mi tornano alla mente – ha ricordato – i miei primi passi come professore. Come già  disse Platone: “Cerca la verità  mentre sei giovane, perché se non lo farai, poi ti scapperà  dalle mani”».
E mentre il Papa si intratteneva dopo a pranzo con i ragazzi, in un’altra parte della città  i cardinali Dionigi Tettamanzi e Angelo Scola, il presente e il futuro della Diocesi di Milano, sceglievano la cornice scabra di un immenso padiglione della fiera per un passaggio di consegne informale, davanti a un pubblico poco istituzionale come i diecimila Papa-boys arrivati da tutta la Lombardia. Prima della presa di possesso amministrativa da parte del nuovo arcivescovo, il 9 settembre, hanno voluto un momento di presentazione davanti ai ragazzi. Il commiato di Tettamanzi è stato accompagnato da cori da stadio. Ma non meno calorose sono state le ovazioni partite appena Angelo Scola è salito sul palco.
Il Patriarca di Venezia ha debuttato con parole forti e dirette: «Vi assicuro che il mio cuore ha già  fatto spazio a tutti e a ciascuno. Sono al servizio di una chiesa che lo Spirito ha arricchito di preziosi e variegati tesori. Ma ho bisogno di voi, di tutti voi, del vostro aiuto. Ma soprattutto, in questo momento, del vostro affetto». A pochi metri di distanza, Tettamanzi sorrideva con empatia, come chi sta per lasciare la scena, ma ha la consapevolezza di essere stato molto amato dai suoi fedeli. «Accoglietelo come un dono», ha esortato i giovani e, poi rivolto a Scola ha ribadito: «Vedrai con quanta fiducia e affetto ti attendono. Hai di fronte il compito difficile e faticoso di guidarci. Conosciamo già  tante cose della tua vita e del tuo pensiero, ma siamo ansiosi di conoscerne di nuove e belle come quelle fatte in passato, e anche più belle».
Una giornata senza respiro. Nel pomeriggio Benedetto ha incontrato la famiglia reale, poi il premier e l’opposizione. Colloquio sereno con Josè Luis Zapatero, l’uomo che il Vaticano ha visto a lungo come un pericoloso avversario, in quello che è senza dubbio il loro ultimo incontro ufficiale. Il 20 novembre in Spagna si tengono le politiche anticipate. Il candidato dei socialisti, che cercherà  di impedire la vittoria annunciata dai sondaggi del Partito popolare di Mariano Rajoy, sarà  Alfredo Rubalcaba. In serata alcune migliaia di persone hanno contestato Ratzinger alla stazione di Atocha, al grido di «non è questa la gioventù del Papa». Ma in ben 600 mila si trovavano lungo le strade ad assistere a una via Crucis spettacolare. Quindici statue mai uscite dalle loro città , per secoli, sono sfilate in processione. Per spostare l’Ultima Cena ci sono volute 28 persone. Nuestro Padre Jesus Nazareno di Leon è stata invece mossa da 94 “nazarenos” incappucciati. Una croce è stata portata da 10 giovani della Comunità  di Sant’Egidio. Tra questi Antonio, pugliese che studia a Roma, e che tutti i venerdì sera distribuisce la cena alla persone che vivono per strada a Porta Pia. E Irene, al terzo anno di liceo, che a Novara si occupa del catechismo ai bambini rom. E Lena, che ad Anversa tutti i sabati fa un doposcuola per bambini di diverse nazionalità  per favorire l’integrazione. Il Papa li ha guardati e benedetti tutti.

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