Un’alleanza con gli islamici radicali Seif: “Così sconfiggeremo i ribelli”

by Sergio Segio | 5 Agosto 2011 7:05

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TRIPOLI – Dopo aver combattuto per sei mesi un’insurrezione che la famiglia Gheddafi aveva descritto come una cospirazione islamista, il figlio ed erede del Colonnello si dichiara in procinto di ribaltare la situazione, costruendo dietro le quinte un’alleanza con gli elementi islamisti della rivolta, per eliminare la sua componente liberale. «I liberali fuggiranno, o saranno uccisi – sostiene Seif al-Islam el-Gheddafi – Lo faremo insieme». Comodamente seduto su un divanetto, in un ufficio appartato di un albergo semideserto del centro, il mento coperto dalla peluria di una barba recente, gioca coi grani di un rosario islamico. «La Libia sarà  come l’Arabia Saudita, come l’Iran. E con ciò?»
Il leader islamista da lui indicato come il suo principale interlocutore, Ali Sallabi, ha confermato i colloqui, respingendo però ogni accenno a un’alleanza, e affermando che gli islamisti libici appoggiano i capi ribelli nella loro rivendicazione di una democrazia pluralista senza la famiglia Gheddafi.
Da tempo il raìs sostiene che aiutando i ribelli l’Occidente apre la strada del potere agli islamisti; e ora provoca gli occidentali arrivando addirittura a ipotizzare di poter dare un aiuto agli islamisti per sconfiggere i liberali. «Ci chiedete di fare un compromesso. Ok. Volete che si faccia a metà . Ok. Ma con chi?». In un immaginario dialogo con le potenze occidentali, Gheddafi jr. risponde alla sua stessa domanda affermando che gli islamisti «sono la forza reale in campo».
«Tutti si stanno togliendo la maschera – dice – e per voi è venuto il momento di affrontare la realtà . Io so che sono terroristi. Sono sanguinari. Non sono affatto garbati. Ma dovete accettarli». E ripete, con evidente soddisfazione, che le capitali occidentali saranno costrette a dare il benvenuto agli ambasciatori o al ministro della difesa di una nuova Libia islamista.
A meno di una settimana dalla misteriosa uccisione, per mano di ribelli, del Generale Abdul Fattah Younes, capo militare degli insorti, Gheddafi jr. sembra voler trarre vantaggio dalle potenziali divisioni nei loro ranghi. Qualcuno ha sostenuto che il generale sia stato ucciso per ritorsione da una fazione islamista, dato che nella sua funzione di ministro degli interni del Colonnello aveva fatto incarcerare e torturare molti islamisti radicali. Secondo Gheddafi jr. , «hanno deciso di sbarazzarsi dei liberali e di gente del tipo di Abdul Fattah, per prendere il controllo di tutta l’operazione. O in altri termini, per gettare la maschera».
Seif al-Islam el-Gheddafi non vuole parlare del suo ruolo futuro, né di quello di suo padre. Ne parleremo, ha detto, dopo aver concluso i negoziati di pace. Altrimenti «sarebbe come quando uno prima spara e poi fa le domande».
Sebbene in queste ultime settimane i ribelli siano avanzati su vari fronti attorno a Tripoli, Gheddafi jr. insiste nel suo ottimismo: «Siamo più uniti, più rilassati, più fiduciosi. I ribelli perdono terreno ogni giorno».
Seif si sofferma poi su alcuni contatti, fonte di controversie, tra i membri della sua famiglia e i rappresentanti degli insorti. C’è stato, nei ranghi dei ribelli, chi ha sospettato che il generale Younes, in passato molto vicino al Colonnello, avesse mantenuto legami col suo ex capo: un sospetto che Gheddafi jr. sembra confermare. «Lo abbiamo incontrato due volte in Italia» ha detto. «E lo abbiamo avvertito che alla fine lo avrebbero ammazzato, perché stava giocando coi serpenti. Ma lui ha risposto: “Sciocchezze”».
©The New York Times La Repubblica (Traduzione di Elisabetta Horvat)

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