Tangenti, un sindaco accusa “Coinvolto un architetto leghista”
MILANO – Sarebbe un uomo vicino alla Lega Nord il pentito dell’inchiesta sulle tangenti dell’hinterland milanese. Il suo nome è Michele Ugliola, di professione architetto, volto noto della prima Tangentopoli. Finisce in manette nel ‘98 per mazzette nel Comune di Bresso (nord di Milano). Dopo pochi mesi patteggia una pena inferiore ai due anni. Nel maggio scorso, però, la sua strada si incrocia nuovamente con quella della procura di Milano. In manette ci finisce per lo stesso reato, corruzione, ma in un Comune diverso: Cassano d’Adda, al confine con la Bergamasca. Da tre settimane, l’architetto Ugliola riempie verbali con il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo. Le sue dichiarazioni sono ora coperte dal segreto istruttorio. Ma ora, per capire chi è Ugliola, si possono prendere in prestito le parole di un altro indagato di questa inchiesta, l’ex sindaco di Cassano d’Adda, Edoardo Sala (Pdl), che lo definisce un soggetto «molto legato al discorso Lega».
Proprio attraverso i verbali dell’ex sindaco, si può forse intuire dove il pentito stia andando a parare. Sala è in carcere sempre per mazzette: per aver favorito, sostiene l’accusa, speculazioni edilizie di imprenditori e professionisti propensi alle bustarelle. Sentito il 6 luglio dal gip di Milano Gaetano Brusa, l’indagato che si professa innocente, tratta l’identikit di Ugliola, il professionista a cui si dovevano rivolgere gli imprenditori per ottenere le varianti al Pgt, ma anche i politici per tessere i rapporti con la politica che conta. «Lei aveva deciso di mandare via Ugliola da Cassano?», gli ha chiesto il suo avvocato. «Sì, sìi» conferma sicuro. Secondo l’ex primo cittadino del Pdl, «parlando con alcuni consiglieri e assessori, principalmente Paoletti (Marco, ex assessore allo sport per la Lega oggi consigliere provinciale a Milano, ndr), mi dissero che essendo molto legato al discorso Lega (il riferimento è a Ugliola, ndr), era opportuno continuare ad avere questi rapporti».
Ascoltando la ricostruzione dell’ex sindaco, sembra di capire che il compito dell’architetto era di pura azione di lobbying. «Sostanzialmente – spiega ancora Sala – a Cassano il discorso era di un inserimento più ampio con il discorso dell’Expo. Ma vedevo che non portava a niente». Sala ricorda anche come sia stato sempre l’architetto Ugliola «ad avermi portato due o tre volte a parlare dall’assessore regionale all’Urbanistica Boni (Davide, oggi presidente del consiglio lombardo, Lega nord, ndr)».
Intanto, a Monza, va avanti l’inchiesta dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia sul “sistema Sesto” e sulle presunte tangenti a Filippo Penati. I pm stanno verificando anche le dichiarazioni di Piero Di Caterina che, oltre alle accuse nei confronti degli esponenti del Pd di Sesto San Giovanni, ha denunciato «un vero e proprio ostruzionismo» verso la costruzione di un suo albergo, il Falck Village. Racconta come, anche in questo caso, per ottenere le autorizzazioni, sia stato invitato a sostituire i suoi due architetti con l’architetto Marco Magni, legato all’assessore all’Edilizia Antonino Di Leva, ora dimessosi, considerato il “grimaldello” per sbloccare le pratiche in Comune.
Ieri Di Caterina, a Radio Popolare, ha attaccato il sindaco di Sesto Giorgio Oldrini. «È ignobile chiamare in causa i lavoratori del Comune per alleggerire la patina di sterco che si ha addosso, facendo credere che qualcuno sta attaccando il fatto di essere comunisti. Stiamo parlando invece di atti di criminalità economica e forse anche qualcosa di più».
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