Tabloid-gate, un altro arresto eccellente

by Sergio Segio | 3 Agosto 2011 6:52

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LONDRA – Continuano a cadere teste sotto i colpi dello scandalo che ha travolto News International, il ramo britannico del colosso mediatico di Rupert Murdoch. Ieri l’undicesimo arresto del 2011: quello di Stuart Kuttner, 71 anni, l’ex direttore amministrativo dal 1997 al 2009 del News of the World, lo storico tabloid costretto a chiudere i battenti tre settimane fa dopo 168 anni. La notizia di un “fermo eccellente” è trapelata nel primo pomeriggio: all’inizio si è parlato indistintamente di un ex dirigente di 71 anni, “figura chiave” di News International. Solo più tardi il Guardian lo ha identificato con l’uomo il cui Dna, stando alle parole dell’ultimo direttore del tabloid Colin Myler, era «assolutamente integrato nel quotidiano che ha rappresentato tra i media con vigore»: Kuttner infatti per 22 anni non è stato solo il responsabile delle finanze di News of the World, ma anche e soprattutto il suo volto pubblico e il suo più agguerrito difensore.
È stato sempre il quotidiano britannico a riferire le circostanze dell’arresto e della successiva scarcerazione su cauzione: Kuttner si è presentato agli uffici di Scotland Yard alle 11 del mattino per rispondere ad alcune domande nell’ambito dell’inchiesta sulle intercettazioni illegali denominata Operazione Weeting e di quella sulla presunta corruzione di agenti battezzata Operazione Elveden. Non si sarebbe mai aspettato di essere arrestato per cospirazione all’intercettazione di comunicazioni e corruzione: le stesse accuse che lo scorso mese avevano portato all’arresto di Rebekah Brooks, l’ex direttrice e ad di News of the World che, interpellata dal Parlamento, aveva ammesso che i pagamenti degli investigatori privati a cui venivano commissionate le intercettazioni illegale venivano vistate dal direttore amministrativo. Accuse che suonano tanto più ironiche quando si ricorda che solo tre anni fa Kuttner definiva la testata News of the World – accusata di avere spiato 4mila persone, tra politici, membri della famiglia reale e celebrità , ma anche le vittime di assassinii o degli attentati dell’11 settembre 2001 a New York e del 7 luglio 2005 a Londra – come un «cane da guardia» contro la corruzione tra gli uomini di potere in tempi di «corrosione della politica e di degradazione della vita pubblica».
È di quelle intercettazioni illegali che si è vendicato Batteye, nome di battaglia di un pirata informatico che ha sottratto decine di documenti al Sun, altro tabloid di Murdoch. Una giusta punizione, secondo l’hacker, per i giornalisti al soldo di Murdoch che «cancellano i messaggi in segreteria telefonica spingendo le famiglie delle vittime a un lutto ancora più profondo» e che quindi altro non sono che «hacker malevoli» alla stregua di chi ruba i dati di una carta di credito.

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