Supervertice Obama-Bernanke L’America rivive la paura

by Sergio Segio | 11 Agosto 2011 6:31

Loading

NEW YORK — «Dormite tranquilli, questo è ancora il Paese guida del mondo. Quello che ha le migliori università , la ricerca più avanzata, l’esercito più forte, una ferrea etica del lavoro. Sono cose che non scompaiono da un giorno all’altro, resteranno con noi per decenni. Abbiamo difficoltà , ma le supereremo».
Quando Jamie Dimon ha pronunciato ieri mattina la sua accalorata difesa dell’America in televisione, molti commentatori sono rimasti perplessi: «Sembra il discorso di un candidato della Casa Bianca, non dell’amministratore delegato della Jp Morgan Chase». «Forse vuole proporsi per la successione di Geithner al Tesoro». Commenti tra l’attonito e l’ironico che hanno spezzato la tensione di un’altra giornata pazza nella quale la Borsa Usa è caduta a precipizio, trascinata dall’allarme-banche che si va diffondendo sulle due sponde dell’Atlantico.
Il buongiorno l’ha dato la celebre analista Meredith Whitney che ha paragonato le banche a degli «zombie». «Le voglio bene, ma queste sono porcherie», ha replicato Dimon.
E mentre a Wall Street tornava l’ondata delle vendite dopo la momentanea euforia seguita martedì alla decisione della Fed di inchiodare i tassi a zero per almeno altri due anni (l’indice Dow Jones alla fine ha perso 519 punti, quasi cento in più di quelli recuperati il giorno prima), a Washington il capo della Banca centrale, Ben Bernanke, è stato ricevuto da Barack Obama. Un vertice definito «di routine» dalla Casa Bianca, ma che in un momento come questo assume il sapore del consulto d’emergenza.
Pochi isolati più in là , al Congresso, intanto, i repubblicani hanno nominato i loro sei rappresentanti nella commissione «bipartisan» che entro il 23 novembre dovrà  formulare un piano di riduzione del debito pubblico di almeno altri 1.200 miliardi di dollari. Davanti al presidente che chiede anche ai ricchi di contribuire sul piano fiscale ai necessari sacrifici e incuranti dei sondaggi secondo i quali una maggioranza degli americani considera ora il partito conservatore in modo molto più negativo di quello democratico, i repubblicani hanno dato il delicato incarico solo a parlamentari che hanno firmato il «giuramento» di «Americans for Tax Reform»: si sono impegnati, cioè, per iscritto a non avallare per nessun motivo alcun aumento delle tasse. Nessuno dei «pontieri» repubblicani, come quelli della «Gang of Six», disposti a discutere di riforma tributaria, sono stati inseriti nella commissione. L’inizio del negoziato, insomma, non è dei più incoraggianti.
Quanto allo Stock Exchange, le notizie dei crolli dei titoli di grandi istituti di credito francesi, italiani, ma anche tedeschi e inglesi sono piovute su un mercato già  nervoso da giorni per le crescenti difficoltà  del gigante Bank of America (BofA), sotto tiro per le irregolarità  commesse negli anni scorsi sul fronte dei mutui e per le difficoltà  della sua unità  di «investment banking»: quella Merrill Lynch che tre anni fa fu salvata incorporandola in Bank of America un attimo prima di fare la fine della Lehman Brothers.
Ieri mattina BofA ha subito perso il 10% circa.
Anche l’altro gigante Citigroup ha subito un calo della stessa entità , mentre Jp Morgan e American Express hanno limitato la flessione al 5%. A quel punto, con BofA sotto tiro per le sue molte vulnerabilità  (è stata denunciata dal gruppo assicurativo Aig e dallo Stato di Washington per la questione dei mutui, mentre i tentativi di patteggiare altre procedure d’infrazione nello Stato di New York hanno avuto esito alterno), il capo dell’istituto, Brian Moynihan, ha deciso di convocare una «conference call» per spiegare agli analisti finanziari la situazione e cercare di placare l’ansia dei mercati.
Gli operatori sanno che questo non è il 2008, che il crollo della Lehman nacque da una situazione diversa. Ma cominciano ad essere allarmati dal modo in cui vengono attaccati gli ultimi vagoni del convoglio, i più deboli. Tre anni fa caddero prima Bear Stearns, poi Lehman, mentre Merrill Lynch si salvò per un pelo. Oggi gli attacchi ricominciano prendendo di mira la banca che ha «in pancia» quella stessa Merrill.

Post Views: 178

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/08/supervertice-obama-bernanke-lamerica-rivive-la-paura/