Sorpresa de Magistris, svolta garantista Ma Di Pietro è freddo e difende le inchieste
Sette mesi dopo, con la fascia tricolore di sindaco di Napoli, l’ex pm de Magistris si presenta ad Amalfi, a un dibattito in cui si confronta con il primo cittadino di Torino, Piero Fassino, e si scopre garantista con grande sollievo della platea del Pd alle prese con la bufera Penati: «Si è fatto un uso eccessivo di provvedimenti cautelari e poi deve cambiare un po’ l’atteggiamento dell’informazione nei rapporto tra magistrati e indagati. Le informazioni di garanzia non sono una condanna. Sono, appunto, solo uno strumento di garanzia» .
Vista da Palazzo San Giacomo, dunque, anche al sindaco di Napoli la «questione morale» appare non solo sotto il profilo giustizialista. Una tale svolta, però, non piace ad Antonio Di Pietro che invece parla di «pm con le mani legate» e fa un paragone con Tangentopoli: «Nel ’ 92 noi arrivavamo la notte (ad arrestare, ndr) e la stampa veniva a sapere tutto il giorno dopo. Oggi, invece, gli atti delle inchieste vengono pubblicati passo dopo passo sui giornali — e questo è un bene perché l’opinione pubblica deve essere informata— concedendo però un vantaggio agli indagati. Oggi l’inquinamento probatorio è più pesante anche perché, dopo le inchieste di Tangentopoli, i mariuoli non nascondono più le mazzette nel puf di Poggiolini o nella scrivania di Chiesa. Oggi per bloccare le indagini sulla corruzione c’è uno schermo protettivo fatto di consulenze e altre utilità . La corruzione si è ingegnerizzata» .
Nel Pd il dibattito è aperto da tempo, ammette il responsabile Giustizia Andrea Orlando, che sta preparando per il prossimo autunno una conferenza nazionale sul tema delle garanzie: «Tuttavia noi pensiamo alle garanzie degli ultimi, di quelli che non fanno notizia anche se vanno incontro sempre e comunque all’inasprimento delle misure di custodia cautelare. Per loro, con la legge Cirielli che colpisce la recidiva, c’è il carcere mentre per i colletti bianchi c’è la prescrizione lunga e il processo breve» .
Si compiace infine Enzo Carra (Udc) — celebre la sua foto con gli «schiavettoni» ai polsi scattata il 4 marzo del ’ 93 in tribunale dopo l’arresto chiesto dal pool Mani pulite — della svolta garantista di de Magistris: «Tanto meglio. Perché stupirsi? Non è la prima volta che chi ha fatto carriera politica con le parole d’ordine del giustizialismo poi cambi idea» .
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