Se 45mila vi sembrano pochi

Loading

Nello stesso giorno, in una intervista al Corriere della sera, il neo-Ministro della giustizia Nitto Palma, dimentica il “piano (di costruzione di nuove) carceri” del suo predecessore e annuncia che darà  «priorità  al problema del sovraffollamento attraverso un programma di depenalizzazione dei reati minori», perché «l’ inefficienza dell’ elefantiaca macchina della giustizia dipende dall’ eccessiva criminalizzazione …. E questo ha un riflesso drammatico sulla condizione di vita nelle carceri».
Depenalizzazione e decarcerizzazione, dunque. Nella successione degli interventi durante il Convegno radicale non si apprezzavano dissensi. Ma allora perché quelle scelte «oscillanti e incerte»? Perché la «ciclica ripenalizzazione»? Forse sarebbe bastato aspettare una settimana, e ascoltare le dichiarazioni di voto dei leghisti sul “processo lungo”: tutti a discutere dei processi di Berlusconi, mentre gli imprenditori politici della paura sbandieravano qualche altra norma di segno opposto agli orientamenti emersi nel convegno radicale. Indisturbato, il populismo penale continua a mietere vittime.
Altrove, in Germania e negli Usa per esempio, le politiche d’incarcerazione di massa stanno trovando un limite nelle giurisprudenze costituzionali. Potrebbe essere così anche in Italia, se si prendessero sul serio le leggi e la Costituzione e se non si ritenessero i detenuti “non persone”.
Se è vero che quasi la metà  dei 67000 detenuti sono in attesa di giudizio e, secondo una corale opinione, la carcerazione preventiva va ricondotta a livelli europei (e cioè ridotta della metà ); se è vero che la gran parte dei detenuti è in circuiti di media o minima sicurezza; se è vero che più del 60% dei detenuti condannati sconta pene inferiori a tre anni, e dunque sarebbe ammissibile alle alternative alla detenzione; se tutto ciò è vero, chi lo ha detto che uno Stato sull’orlo del default deve spendere centinaia di milioni di euro (661 già  stanziati; ma almeno il triplo necessari) per avere 70000 posti detentivi?
Per dare seguito alle parole del Presidente della Repubblica, va tracciata una riga: i 45mila posti-letto regolamentari nelle carceri italiane sono il giusto per noi. Basta prendere sul serio il principio più volte ribadito dalla Corte costituzionale secondo cui i detenuti restano titolari di tutti i diritti fondamentali non necessariamente compressi dalla privazione della libertà  e stabilire che oltre la capienza regolamentare in carcere non si entra, in attesa dal proprio turno.


Related Articles

Protocollo coi sindacati, le cooperative ripartono da lavoro, soci e sostenibilità

Loading

Alleanza delle Cooperative. Protocollo firmato con Cgil, Cisl e Uil contro violenza e discriminazioni di genere. Per rilanciare la partecipazione interna si punta su formazione e consapevolezza

Stop alle “manette facili”, primo passo in parlamento

Loading

Con l’ok dell’aula della Camera le modifiche al codice di procedura penale in materia di custodia cautelare muovono i primi passi in attesa che si pronunci anche il Senato in seconda lettura. Tutte le novità

No al pacchetto sicurezza. Le associazioni contro il populismo penale

Loading

Appello promosso da associazioni, tra cui Società INformazione – Diritti Globali, contro il disegno di legge recante disposizioni in materia di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment