Saccheggi e incendi a Manchester la rivolta brucia tutta l’Inghilterra
MANCHESTER – La risposta di Manchester ai saccheggiatori è il suono di un trapano a batteria: quello del commesso di Jessops photo che monta pannelli di truciolato al posto delle vetrine frantumate nella notte di martedì. È il fruscio delle scope: quelle di centinaia di volontari, adunati via internet, pronti a sfidare la pioggia per ripulire le strade del centro. È la scritta su tante T-shirt: quelle dei cittadini, sfoggiate assieme alla ramazza a Piccadilly Gardens per segnalare la voglia di ricominciare, “I love MCR”. Ieri la città degli operai e dei tifosi si è svegliata incredula dopo che il contagio dei disordini era arrivato a violare il suo cuore commerciale. «Bambini di nove anni devastano le strade del centro» titolava il locale Evening News, a rimarcare l’incapacità di comprendere.
«Non c’entra nulla la sparatoria di Londra, è stata solo voglia di saccheggio», dice un poliziotto con la giacca gialla fluorescente davanti ai resti carbonizzati del negozio di biancheria femminile Miss Selfridge, su Market Street. Sophie, 17 anni, ci tiene a prendere le distanze da “certi” coetanei. «Sono qui per ripulire. E per dire che noi giovani di Manchester non ci stiamo, a far la parte dei ladri».
L’incendio scaturito dal focolaio londinese è divampato verso nord, la rivolta partita dall’uccisione di un giovanissimo nella capitale ha lanciato quella che alcuni media britannici già chiamano l’intifada dei ragazzini. Giovanissimi incappucciati con poca decisione politica e molto senso di esclusione. È la voglia di rivalsa di chi le Nikon di Jessops e i pizzi di Miss Selfridge forse non li avrà mai, ma in ogni caso li pretende subito, senza aspettare.
È un esproprio proletario, senza nessuno che si azzardi a teorizzarlo: è la pretesa che non il pane sia dovuto, ma il tv color a cristalli liquidi. Ed è peggio per chi prova a resistere, per chi magari cerca di salvare il salvabile di un’attività commerciale costruita con il sacrificio di generazioni. È successo a Birmingham, dove tre ragazzi di origine asiatica sono stati travolti e uccisi da un’auto. Intenzionalmente, a quanto sembra dalle prime indagini. Secondo i testimoni, i giovani facevano parte di un gruppetto che dopo le preghiere del Ramadan aveva deciso di sorvegliare i negozi della comunità . Si erano guadagnati prima gli insulti, da parte di altri ragazzi a bordo di un’auto, poi l’attacco: la macchina, secondo le ricostruzioni, è piombata sul marciapiede ad alta velocità , abbattendo i giovani e proseguendo la corsa senza nemmeno rallentare. Tutta la regione delle West Midlands è stata colpita dalla ventata di follia: oltre a Birmingham negozi devastati, auto bruciate e aggressioni sono segnalate anche a West Bromwich e Wolverhampton. A Nottingham, nelle East Midlands, una quarantina di persone ha assalito con bottiglie molotov la sede della polizia, arresti e atti di vandalismo sono segnalati anche a Liverpool, Reading, Oxford e Milton Keynes.
Ma dopo la capitale, sono state proprio Manchester e la vicinissima Salford il centro degli assalti e degli scontri più duri, con almeno 113 arresti. Il “giorno dell’infamia”, come dice la stampa locale, “uno dei peggiori nella storia”. Livelli di violenza eccezionali, mai registrati negli ultimi 30 anni, dice Garry Shewan, vice capo della polizia di Manchester. E a spiegarli non basta la presenza di un boss della malavita locale, Dominic Noonan, colto dalle telecamere mentre incitava i minorenni. Nahwaz, tassista di origine pakistana, si indigna: «Hanno portato via persino le caramelle. Si sono fatti inquadrare dalle telecamere a rubare, per pochi penny. Ma se vedessi mio figlio in quelle immagini, mi ucciderei. Anzi no, lo ucciderei. Grazie a Dio adesso piove a dirotto, servirà a raffreddare i bollori».
Le grandi catene di supermercati come Tesco o Boots se la sono cavata con danni minori, mentre il negozio del divo pop Liam Gallagher è stato devastato e “Vintage”, specializzato in capi firmati d’epoca, è sbarrato da tavole di legno con su scritto: ci hanno già svuotato. Una battuta rimbalza su internet: «Una risposta illegittima all’alienazione non rende legittima l’alienazione». E ieri il Daily Mail pubblicava le foto dei ragazzini di Manchester immortalati da una telecamera di sorveglianza mentre rubavano i liquori dal market Sainsbury’s senza avere l’età per acquistarli legalmente. Ridevano, non si curavano di nascondere il volto. Volevano esserci, anche loro, volevano vincere con la violenza l’esclusione dell’ordine sociale, che fosse la proprietà o le leggi sull’alcol. Volevano entrare alla festa della modernità , senza invito.
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