Rating e Pil, ora a tremare è Parigi

by Sergio Segio | 10 Agosto 2011 6:53

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PARIGI – La boccata d’ossigeno non consente alla Francia di respirare a pieni polmoni. Ieri la Borsa è riuscita a interrompere la serie nera dei ribassi, chiudendo per la prima volta al rialzo (+1,63%), dopo undici sedute consecutive in negativo. Nessuno tra i principali operatori si fa illusioni, il peggio potrebbe potrebbe ancora arrivare. «Non ho nessuna intenzione di fare la fine di Obama», ha confessato in queste ore Nicolas Sarkozy. Il presidente francese sa che il suo Paese rischia di essere il prossimo bersaglio delle agenzie di rating. Con il peggior rapporto tra debito pubblico e Pil nel club dei fortunati Paesi con la tripla A dell’Eurozona, la Francia corre in salita. «Questa estate è il nostro Galibier», confidano fonti dell’Eliseo, facendo riferimento al colle più duro da scalare al Tour de France. Oltre alla crisi di fiducia sui mercati, Sarkozy deve affrontare nuovi ostacoli: una crescita che rallenta e un margine di intervento limitato in vista delle prossime elezioni.
I segnali sono ancora contraddittori, ma le avvisaglie di una tempesta ci sono tutte. Lo Stato francese non ha avuto problemi lunedì nell’asta dei suoi titoli, per un valore di 8 miliardi, ma lo spread con i bund tedeschi si è inesorabilmente alzato nelle ultime settimane e non sembra invertire la tendenza. «Ci stiamo avvicinando alla zona rossa», sostiene l’analista di Natixis, Jean-Christophe Caffet. E nonostante Standard & Poor’s abbia ribadito che non è previsto nessun “downgrading” per Parigi, l’Istituto per la ricerca economica di Berlino, il Diw, ha lanciato l’allarme sul possibile declassamento francese. Per Sarkozy il tempo stringe. Il rimborso degli interessi sul debito è la terza voce del bilancio dello Stato. Se il governo francese vuole rispettare la tabella di marcia annunciata alla Commissione europea per ridurre il debito pubblico (dal 5,7% del Pil quest’anno fino al 3% nel 2013) dovrà  affrontare pesanti aggiustamenti sulla manovra finanziaria 2012. La promessa di tagliare 3 miliardi attraverso l’addio ad alcune esenzioni fiscali sembra ormai poca cosa. Tutti gli economisti parlano della necessità  di nuovi risparmi sui dipendenti pubblici, le pensioni e la sanità . Il deputato della maggioranza, Gilles Carrez, ha proposto di aumentare di uno o due punti le tasse sui redditi superiori a 1 milione, mentre altri esperti sostengono che bisognerà  rimodulare l’Iva, tutte ipotesi ancora osteggiate da un governo preoccupato per l’anno elettorale ormai alle porte.
Ma entro settembre Sarkozy dovrà  scoprire le sue carte, a pochi mesi dalla sfida per la sua rielezione. Il presidente francese non potrà  più fare affidamento sul motore della crescita. Già  venerdì saranno diffusi i dati trimestrali del Pil, inferiori alle previsioni e al dato positivo del primo trimestre (+0,9%). La Banque de France ha annunciato invece che per il terzo trimestre il Pil non dovrebbe aumentare più dello 0,2%, a causa del deterioramento del potere d’acquisto, dell’assenza di incentivi pubblici al consumo e del rallentamento dell’export. Appare già  inevitabile il ritocco del dato di crescita inserito nella manovra 2012 (+2,25%). «La nostra economia è ancora convalescente», ha ammesso il ministro delle Finanze, Franà§ois Baroin, che continua però a escludere l’utilizzo della leva fiscale.
«Il governo non dà  l’impressione di capire la gravità  della situazione», spiega Nicolas Bazou, direttore del centro di analisi economiche Asterès. Secondo molti economisti, per ridurre il deficit servono tra i 40 ai 60 miliardi nei prossimi tre anni. Per ridare credibilità  alla sua politica del rigore, Sarkozy ha anche varato la “regola d’oro”, che dovrebbe iscrivere nella Costituzione l’obbligo al pareggio di bilancio. La Francia vive in deficit da 30 anni, destra o sinistra non fa differenza, e per ritrovare un governo con un bilancio in equilibrio bisogna risalire alla presidenza di Valery Giscard d’Estaing. La “regola d’oro” dovrà  però essere ratificata anche dall’opposizione. Il presidente francese ha scritto a tutti i deputati appellandosi al “senso di responsabilità “. I vari candidati alla primarie della gauche accusano Sarkozy di aver aumentato il deficit durante il suo mandato. Ma nelle ultime ore, molti esponenti del Ps stanno cambiando posizione sulla “regola d’oro”, e si preparano a bere l’amaro calice. I venti dall’America soffiano anche sulla Francia.

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