“Non c’è più coesione sociale e i giovani sono preda delle gang”
LONDRA – La rivolta urbana che ha sconvolto l’Inghilterra è la conseguenza di uno sfacelo sociale senza uguali in Europa: famiglie con un solo genitore, gravidanze minorili, figli senza controllo, baby gang come unica via di affermazione e identità . È questa la tesi di David Hine, docente di scienze politiche all’università di Oxford, dove ha avuto tra i suoi allievi David Cameron, l’attuale premier britannico, e David Miliband, leader dell’opposizione laburista. «Più di ogni altra società europea, il Regno Unito è affetto da una mancanza di controlli e di reti di sicurezza che ne fanno il paese più simile all’America sul vecchio continente e che preparano il terreno per esplosioni di rabbia urbana come quella a cui abbiamo assistito», dice l’eminente politologo a Repubblica.
Professor Hine, perché le violenze sono scoppiate proprio ora e proprio in Inghilterra?
«Ci sono ragioni economiche che valgono per tutti i Paesi occidentali, per cui la rivolta poteva scoppiare altrove e non escludo che accada. Ma è probabile che sia cominciata qui per almeno due motivi. Il gap ricchi-poveri è più ampio in Gran Bretagna che in ogni altra nazione europea. E la coesione sociale è più debole. Siamo la nazione europea col maggior numero di gravidanze minorili, di famiglie rette da un solo genitore, di criminalità giovanile, di detenuti in rapporto alla popolazione. Da noi il controllo sociale sui figli, specie in città e quartieri disagiati, è inesistente. Impedire ai figli di finire in strada, preda del richiamo delle gang giovanili o dei comportamenti anti-sociali, dall’ubriachezza ai graffiti, è praticamente impossibile».
È un problema sociale o un problema criminale, come lo definisce il premier Cameron?
«È un problema di ordine pubblico: la maggioranza della popolazione voleva che le autorità ripristinassero la calma. In molti quartieri la gente era pronta a riportare l’ordine con le proprie mani, in assenza della polizia. Se da un lato ciò è comprensibile, c’è il rischio che una conseguenza della rivolta sia un ritorno dello squadrismo, della destra radicale oltranzista e xenofoba, delle tensioni etniche fra comunità e comunità , minacciando quella cultura multirazziale per due decenni il simbolo dell’Inghilterra».
E il problema sociale non interessa a nessuno?
«Interessa a molti, compreso il primo ministro, che ha ammesso che la presenza di migliaia di giovani pronti a incendiare e saccheggiare è una questione su cui riflettere. Ma è probabile che il dibattito sulle cause sociali si spegnerà una volta scomparso il problema di ordine pubblico. È un peccato perché questa rivolta ha esposto punti di estrema fragilità nella società britannica. Ma la politica ha spesso occhi solo per il presente, tanto più oggi quando è messa in ginocchio dalla crisi economica».
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