“Niente più soldi se lui non lascia” ma Andrea vuole 3 milioni e due Suv
BOLOGNA – Trasparenza. Chiarezza. Tutte le carte in tavola. Le voci dentro di San Patrignano, quelle più critiche, chiedono che per mettere davvero un punto fermo e voltare pagina si esca da ogni opacità . Andrea Muccioli, dicono i frondisti, «non se ne andrà con i sacchi neri», cioè con quattro stracci infiliati in buste della spazzatura, come i tossici duri senza altro che se stessi, come chi è stato messo alla porta in questi anni perché dissentiva o criticava. Vorrebbero sapere come è stata chiusa la trattativa con i Moratti, un braccio di ferro fatto di voci grosse, telefoni riappesi, tira e molla. Andrea, 46 anni, tre lauree e due figli, ha sparato alto.
Per firmare le dimissioni, la condizione capestro posta dagli sponsor milanesi per non chiudere i rubinetti dei finanziamenti, ha chiesto tre milioni di buonuscita, due Suv e due city car, una casa a Rimini scelta tra quelle nel portafoglio immobiliare di Sanpa e un vitalizio per mamma Antonietta, perché era suo il piccolo podere di Coriano attorno a cui la comunità è cresciuta, fino a diventare “la più grande d’Europa”. Non solo. Muccioli ha aggiunto ai desiderata, in alternativa a un incarico interno triennale nel settore enogastronomico, un bonus di 120mila euro all’anno per tre anni, per se stesso, per la moglie avvocatessa Mariacristina e per la responsabile del settore legale di Sanpa. Il tutto con l’ombrello di un “salvacondotto” che lo esonerasse da eventuali contestazioni legate alla sua gestione.
I dipendenti, a luglio, sono stati pagati con giorni di ritardo. I fornitori premono, preoccupati, perché i tempi di liquidazione delle fatture si sono allungati. Le grandi incompiute sono più d’una. C’è il campo da calcio, con una tribuna da 5mila posti, in costruzione dove è stata sventrata una collina. C’è il cantiere del villaggio destinato a operatori e educatori, almeno nelle promesse e nelle sollecitazioni, quello per cui ai finanziatori minori venne chiesto di aprire i cordoni della borsa. E c’è da ristrutturare la faraonica villa voluta da Muccioli, marmi neri e optional da nababbo, da frazionare e trasformare in alloggi dignitosi e modesti.
Le cifre ufficiali e certificate raccontano che San Patrigano riesce a coprire metà delle spese con le attività interne e i finanziamenti pubblici per progetti mirati, dichiarando 15 milioni di ricavi lordi, quasi la metà di quelli che servono. I Moratti, onorando la promessa legata all’uscita di Muccioli, continueranno a metterci gran parte della differenza. Ma secondo le loro stime i milioni che mancano, per chiudere con il passato e ragionare sul futuro con serenità , sono 45. E per capire come ci si è arrivati, con l’ufficio stampa che smentisce e minaccia querele, hanno mandato un contabile di fiducia a spulciare per quasi un mese documenti, ricevute, fatture, contratti di assunzione di personale esterno e amici degli amici preferiti agli ospiti interni, «come la moglie del dirigente di una associazione di albergatori della riviera».
Ad attrarre l’attenzione, e le ire, sono state le bollette dei telefonini intestati a Sanpa e i rendiconto delle carte di credito riconducibili alle cooperative, che godono di esenzioni e agevolazioni fiscali. Risulterebbero lunghissime chiamate da New York. E uscite per beni di uso non collettivo.
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