“Ecco chi ha fatto uccidere la Politkovskaja”

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Mosca – È solo una piccola svolta ma qualcuno molto vicino al potere deve essere molto preoccupato. Nel vecchio palazzo pre-rivoluzionario che ospita la redazione di Novaja Gazeta i colleghi di Anna Politkovskaja frenano l’entusiasmo dei lettori che continuano a telefonare per congratularsi. Ma sono soddisfatti. Cominciano a sperare di arrivare finalmente ai mandanti dell’omicidio della giornalista assassinata dentro al portone di casa il 7 ottobre di cinque anni fa. Gli scritti e le denunce della Politkovskaja avevano un solo bersaglio: l’allora presidente Putin e i suoi uomini di fiducia nell’operazione di normalizzazione della Cecenia. Ci sono voluti anni di indagini personali fatte dai singoli cronisti e coordinate in gran segreto dal direttore di Novaja, Dmitri Muratov. Ma finalmente i giudici hanno deciso di spingersi oltre facendo arrestare l’ex tenente colonnello Dmitri Pavliucenkov, all’epoca responsabile della “sezione pedinamenti” della polizia di Mosca. L’ufficiale avrebbe organizzato l’assassinio in cambio di una somma di denaro “offertagli da una persona non identificata”.
Grazie ai suoi agganci nella malavita, Pavliucenkov avrebbe dunque arruolato i tre fratelli ceceni Makhmudov, gestendoli a distanza e impartendo loro le giuste indicazioni. L’ex ufficiale avrebbe fornito la pistola, l’indirizzo della Politkovskaja e perfino tipo e targa della sua auto. Dzhabrail e Ibrahim Makhmudov, assolti qualche hanno fa ma adesso nuovamente incriminati, hanno così pedinato la giornalista per assicurarsi dei suoi orari e delle sue abitudini. Alla fine è toccato al terzo fratello, Rustam, compiere l’esecuzione nascondendosi all’alba nell’androne del palazzo.
Presto per dire che l’arresto di Pavliucenkov possa far risalire al vero mandante dell’omicidio. Chiariti i retroscena resta il mistero della “persona non identificata” che avrebbe ordinato l’azione. Difficile, come invece vorrebbe la voce ricorrente tra molti oppositori, che l’ordine sia partito dalle stanze del Cremlino. Più probabile che l’atmosfera di isolamento che si era creata attorno alla Politkovskaja abbia spinto qualche zelante sottoposto a eliminare la giornalista che indagava sui soprusi commessi nel Caucaso.
A Novaja Gazeta i colleghi cambiano l’acqua ai fiori che da cinque anni vengono posti sulla scrivania di Anna e fanno capire di avere le idee chiare. Tutte le loro piste portano alla Cecenia e allo staff del governatore Kadyrov, accusato di diverse spedizioni punitive nei confronti di ogni forma di opposizione. Arrivare alla verità ? È difficile, dicono, ma confidano nella vigilia elettorale. Sia Putin che Medvedev sono in calo di popolarità . Sviluppi sul caso Politkovskaja potrebbero essere un ottimo strumento propagandistico.


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