“Dall’area Falck nessun vantaggio quegli imprenditori sono dei diffamatori”

by Sergio Segio | 30 Agosto 2011 6:45

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BOLOGNA – «Non siamo il braccio armato del Pd né di nessun altro. Facciamo solo l’interesse degli associati, senza dazioni, pressioni o scorciatoie. E l’interesse dei costruttori è lavorare, dovunque sia possibile, nei binari delle regole». Dal 1998 Piero Collina è il presidente del Ccc, il Consorzio delle “cooperative rosse” di Bologna, 230 soci, più di 20mila addetti, un giro d’affari annuo superiore a 5mila milioni. Il vice, Omer Degli Esposti, è indagato per concussione nell’inchiesta Falck. Gli imprenditori-accusatori Giuseppe e Luca Pasini hanno raccontato dieci anni di rapporti “necessari” con le coop, ritenute «lo snodo fondamentale per il buon esito dell’affare» e per «il rapporto organico con i vertici nazionali del Pds».
Collina, è così?
«No. Ma i Pasini, nella loro testa e nella loro immaginazione, forse possono averlo pensato. Al Pci e al Pds non sono mai stato iscritto. La prima tessera che ho preso, nel 2009, è quella del Pd».
La commissione di garanzia del Pd vaglierà  la posizione di Filippo Penati, ex sindaco di Sesto ed ex presidente della provincia di Milano. Farete lo stesso, con Degli Esposti?
«Aspettiamo. Lui continua ad avere la mia fiducia. Spero che sia interrogato presto, così potrà  dare la sua versione dei fatti, la verità . L’ho sentito, è tranquillo».
Lei conosce Penati?
«E’ stato presidente di provincia, non avrei potuto non incrociarlo. L’avrò incontrato due volte. Io riconoscerei lui. Non penso che lui riconoscerebbe me, per strada».
E il braccio destro, Giordano Vimercati, quello che diceva che «le coop avrebbero garantito la parte romana del partito»?
«Non so chi sia, mai visto».
Quanto pesa il Pd, per le coop?
«Se dovessimo lavorare con quello che ci dà  il partito, saremmo morti».
I Pasini insistono sul contrario. Ci sarà  un motivo?
«Le loro sono parole, parole, parole. Padre e figlio fanno a gara a chi le spara più grosse. Ora nella compagnia c’è pure l’ex genero. La famiglia si è riunificata grazie a noi, per diffamarci».
I due consulenti che sarebbero stati lautamente pagati per non fare nulla, se non per consentire di regolare i conti con i vertici del partito, sono organici a Ccc?
«Non sono uomini delle cooperative, sono liberi professionisti, figure esterne, altro da noi».
Un anno fa, chiudendo una partita durata dieci anni, siete entrati nella cordata che ha acquistato l’ex Falck. Tutto si tiene?
«Dieci anni fa non potevano sostenere questo investimento, è vero. Nel 2010 sì, con l’obbiettivo di sempre: esserci, lavorare».
Che vantaggi avete avuto?
«Nessuno. All’area Falck è ancora tutto fermo».

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