“Cgil pronta allo sciopero generale”
ROMA – Se il governo gioca ancora a carte coperte, la Cgil scopre subito le sue e si prepara allo sciopero generale. Al termine di un incontro «non all’altezza dei problemi e della trasparenza che sarebbe necessaria», Susanna Camusso, leader della Cgil, si basa sullo «schema della manovra letto sui giornali» e promette battaglia per cambiarla. «Senza escludere lo sciopero generale. Tempi e modi li deciderà l’organizzazione». Un annuncio accolto malissimo dal governo che definisce la segretaria della Cgil «irresponsabile» e lasciato cadere, per ora, dalla Cisl di Raffaele Bonanni, convinto che «oggi, ai mercati, non si risponde con uno sciopero generale».
Il problema, però, per la Camusso è la mancanza di risposte da parte del governo e il rischio che «la manovra colpisca i soliti noti. Devono pagare coloro che nella manovra precedente non l’hanno fatto». «Equità » come parola d’ordine, quindi, e no a interventi che riguardano pensioni, redditi da lavoro dipendente, sanità e assistenza. Né, tantomeno, per la Cgil sono accettabili modifiche dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, simbolo di una battaglia vinta dal sindacato già nel 2002.
Se la Camusso si dice delusa dall’incontro con il governo, Bonanni, invece non si aspettava «né di più né di meno». Anche per il leader della Cisl, l’importante è «fare presto ma con equità ». Non raccoglie l’annuncio dello sciopero generale, così come lo lascia cadere anche Luigi Angeletti della Uil che invita il governo a «dare un segnale chiaro sui costi della politica». Poi aggiunge: «Siamo sull’orlo del precipizio». La maggioranza, invece, si scaglia contro la Camusso: «Ci sono momenti – afferma il vicecapogruppo Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello – nei quali un atteggiamento di responsabilità è il minimo che ci si possa aspettare. Quello della Cgil può classificarsi come un atto anti-nazionale».
Il Pd, intanto, non commenta l’incontro con le parti sociali e aspetta l’audizione del ministro Giulio Tremonti, questa mattina, a Montecitorio. Il segretario Pierluigi Bersani chiede al governo «parole chiare sulle sue intenzioni. Poi, se le proposte non saranno soddisfacenti faremo le nostre proposte alternative».
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