Prove generali dei repubblicani Ma senza i big
La votazione non è vincolante, è più che un altro una simulazione delle prossime primarie dell’inizio del 2012. Ma ha un’importanza politica innegabile: farà emergere il candidato più forte, in base agli umori della base.
I sei aspiranti candidati pagano per partecipare all’evento, e devono portare più persone possibili a loro sostegno. Persone maggiorenni e residenti in Iowa, oppure studenti che frequentano l’università in Iowa, disposte a pagare 30 dollari per l’ingresso. Non è necessario essere repubblicani. Dalla prima edizione del 1979 secondo alcuni studi la votazione ha azzeccato l’esito dei caucus dello stato nel 58% dei casi. Ci sono state però solo cinque edizioni, quindi i precedenti non sono molto affidabili.
Per i repubblicani si è aperta comunque la campagna elettorale. La lotta più dura sembra essere tra la deputata del Minnesota Michele Bachmann, astro nascente del Tea party, e il governatore dello stesso stato, Tim Pawlenty. Gli altri quattro sfidanti sono personaggi minori nel Partito repubblicano.
Anche in questa occasione infatti, come spesso accade, si parla più di chi non c’è. E infatti i protagonisti sono i due grandi assenti: il governatore dello Utah, Mitt Romney, e quello del Texas Rick Perry (nella foto in alto).
Romney è considerato da più parti il favorito alle primarie repubblicane ma ha deciso di non partecipare alla votazione di Ames. Perry invece ha preferito ufficializzare la sua candidatura da Charleston, South Carolina. «Mi rivolgo a voi come candidato alla presidenza degli Stati uniti», ha detto ieri alla RedState gathering, una convention annuale di blogger conservatori.
«È diventato subito uno dei tre candidati principali (con Romney e Bachman) e ha riempito un vuoto» ha dichiarato Matthew Dowd, ex stratega per il presidente George W. Bush. L’ha riempito con il suo conservatorismo sociale e fiscale, con il suo esser contro l’aborto, ma soprattutto con i suoi soldi. Le spese per le sue precedenti campagne elettorali sono state esagerate, e ambienti a lui vicini sostengono che per le presidenziali mira a trovare finanziamenti per oltre 10 milioni di dollari.
Perry porta i candidati repubblicani ad 8, ma potrebbero arrivare anche a 9. Sarah Palin, ex governatrice dell’Alaska e candidata alla vice-presidenza alle elezioni del 2008 si è presentata ieri ad Ames e ha posato per i fotografi ostentando sicurezza. Incalzata dalle domande sulla sua eventuale candidatura è però stata vaga: «Non sono preoccupata dagli altri candidati. Correrò solo la mia corsa. Se correrò».
Atteggiamento che non paga, secondo Kathleen Parker (Washington Post on line di ieri), perché dimostra che Palin non è una persona seria. Con o senza l’ex governatrice, la partita è appena cominciata.
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