Prelievo, statali, autonomi: ecco il decreto
ROMA — Il contributo di solidarietà sull’Irpef varrà per tre anni, a partire già dal 2011, e sarà applicato nella stessa forma a tutti: lavoratori dipendenti, pubblici e privati, autonomi, pensionati, percettori di redditi diversi da quelli di lavoro. Gli autonomi, dunque, pagheranno come tutti gli altri il 5% della quota di reddito superiore ai 90 mila euro annui lordi e il 10% della parte eccedente i 150 mila euro, mentre nelle prime bozze della manovra il contributo sugli autonomi sarebbe scattato dai 55 mila euro in su. Agire in modo diverso sarebbe stato incostituzionale, ma in questo modo la stragrande maggioranza dei professionisti sarà esentata dalla sovrattassa: solo notai, farmacisti e dirigenti d’azienda dichiarano, in media, più di 90 mila euro l’anno. I medici e i chirurghi non arrivano a 65 mila euro, i commercialisti dichiarano poco più di 50 mila euro, per non parlare degli psicologi (20 mila euro l’anno) e dei gioiellieri (14 mila euro lordi annui). E la polemica divampa.
«Pagano
i soliti noti»
I sindacati sono arrabbiati, i dirigenti non ne parliamo, l’opposizione fortemente critica. «La manovra del governo scarica il costo del rientro dal deficit pubblico sui ceti popolari e sugli onesti che pagano le tasse» sottolinea il Partito democratico in una nota. «Siamo di fronte a una manovra assolutamente iniqua e anche quando si parla di solidarietà va a pescare tra i non evasori e su chi già paga le tasse» incalza il segretario della Cgil, Susanna Camusso. «Siamo sempre stati contrari a ipotesi che finiscono con il gravare su quelle categorie di cittadini che già pagano le tasse» osserva la Uil, mentre la Cisl sottolinea che per i lavoratori autonomi sarebbe stato preferibile una forma «di imposizione patrimoniale sugli immobili e i patrimoni mobiliari». «Siamo alle solite! A pagare sono sempre i soliti quattro gatti che per professionalità e responsabilità hanno un reddito medio-alto ben noto al fisco» protestano Cida e Confedir-Mit, le organizzazioni che rappresentano i dirigenti.
A versare il contributo di solidarietà , a conti fatti, saranno appena 511 mila contribuenti. E non pagheranno poco, perché la relazione tecnica non ancora definitiva del decreto spiega che il gettito sarà di 726 milioni di euro nel 2012, di 1,6 miliardi nel 2013 e nel 2014. E questo nonostante le precauzioni adottate dal governo: la deducibilità dall’imponibile (non essendo una tassa, ma un contributo), il che riduce il prelievo effettivo al 3-3,5% sulla prima fascia e al 6-7% oltre i 150 mila euro, e il suo «plafonamento». Per i redditi maggiori ci sarà una soglia di sbarramento, fatta in modo tale che il prelievo non possa superare il 48%.
Il nuovo meccanismo, in ogni caso, sostituirà il prelievo sugli stipendi dei dipendenti pubblici deciso l’anno scorso per il 2011 ed il 2012 (anche in questo caso il 5% sopra 90 mila euro, il 10% sopra i 150), ma anche il contributo di perequazione sulle pensioni superiori ai 90 mila euro appena deciso con il decreto dello scorso mese di luglio. Le modalità di applicazione del prelievo saranno stabilite con un provvedimento del Tesoro entro fine settembre. I dipendenti senza altri redditi vedranno decurtarsi la busta paga a partire da gennaio, mentre gli altri pagheranno in sede di dichiarazione dei redditi 2011, cioè a maggio-giugno.
Tabacco, giochi,
Robin Tax
Altra novità che emerge dal testo del decreto, che oggi sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è la nuova stangata sui giochi e sulle sigarette, dalla quale dovranno arrivare non meno di 1,5 miliardi di euro a partire dal prossimo anno. I Monopoli potranno infatti recuperare gettito con nuove lotterie, ma anche modificare le percentuali dei montepremi o la misura del prelievo erariale unico, così come i compensi per i gestori e i punti vendita. Non basta, perché potranno essere aumentate anche le aliquote delle imposte di consumo sulle sigarette. Che per arrivare al gettito atteso dovranno essere innalzate di un bel po’.
Brutte notizie anche per le aziende energetiche, che dovranno continuare a pagare la Robin Hood Tax, come la chiama Giulio Tremonti, in vigore fino a tutto il 2011, per giunta maggiorata. L’addizionale Ires sale infatti dal 6,5 al 10,5%, ma sarà allargata anche la platea dei soggetti colpiti dalla tassa. Pagheranno anche tutti i produttori di energia rinnovabile (oggi è compresa solo l’idroelettrica), quindi eolico, fotovoltaico e biomasse, ma anche le società di trasporto dell’energia elettrica e del gas (solo SnamReteGas sborserebbe 220 milioni, Terna 90). In questo modo la Robin Hood Tax porterebbe nelle casse dell’erario 1,8 miliardi nel 2012, 900 milioni nel 2013 e 2014, mentre con il ritorno all’addizionale del 6,5% dal 2013, a regime si attende un gettito di 300 milioni l’anno.
Cnel e mini enti
Per ridurre i costi degli apparati dello Stato, è previsto il dimagrimento del Cnel, ma anche la cancellazione di alcuni enti pubblici minori. Il Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro passa da 121 a 70 membri, mentre saranno soppressi tutti «gli enti pubblici non economici con una dotazione organica inferiore ai settanta addetti». I mini enti interessati non vengono individuati, ma secondo il ministero della Funzione pubblica potrebbero essere circa una trentina. Ci sono, infatti, delle deroghe: sono escluse le autorità portuali, gli enti parco, gli ordini professionali e le federazioni sportive. A rischio ci sarebbe, invece, anche la storica Accademia della Crusca di Firenze
Cancellato il Sistri
Tra le novità che emergono dal testo del decreto, inserita tra le misure di semplificazione che servono a stimolare l’attività economica, c’è anche l’abolizione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, il cosiddetto Sistri, tanto odiato dalle imprese. «In maniera un po’ eccessiva, era stato esteso a una serie di soggetti, tipo gli artigiani, con relativi oneri e complicazioni», ha spiegato ieri il ministro Roberto Calderoli. La cancellazione del Sistri, introdotto nel 2009 ma mai entrato in vigore, scatena però molte proteste, non solo da parte degli ambientalisti. «È un innegabile regalo alle ecomafie», dice il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. Per lo stesso motivo protesta il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che giudica la norma «gravissima» e «inaspettata»
Statali
Un altro aspetto finora non emerso è quello relativo alla mobilità degli statali. Nel decreto è infatti previsto il potere di modificare «il luogo di esecuzione della prestazione lavorativa attraverso lo strumento del trasferimento definitivo o temporaneo». Tradotto: sarà più facile trasferire i dipendenti in base alle esigenze della pubblica amministrazione. La mobilità interregionale sarà materia di contrattazione, mentre potrebbe partire da subita quella in ambito del territorio regionale. Gli uffici saranno accorpati, ed «è prevista — spiega una nota del ministro Brunetta — anche la diminuzione della dotazione organica del personale assegnato»: la riduzione «viene calcolata non sulle unità di personale, bensì sulla spesa complessiva che dovrà ridursi in misura non inferiore al 10%».
Related Articles
Il contributo dal 2012. Ecco Tutti i Conti
Tassa deducibile, per 100 mila sono 285 euro Con l’inasprirsi dei mala tempora della crisi il governo chiede un obolo aggiuntivo a dirigenti e professionisti: il contributo di solidarietà arriverà a bussare dal gennaio 2012 anche alla porta dei dipendenti, dei pensionati, dei lavoratori autonomi e dei percettori di altri redditi.
La sicurezza? Una chimera fuori tempo
Firenze – Nella quotidiana lotta fra le ragioni della sicurezza e le «regole» dell’odierna impresa, sono spesso le prime a rimetterci. Non fa eccezione il pur delicatissimo comparto ferroviario, almeno a leggere la relazione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria su quanto accaduto nel 2011.
Il rovesciamento della realtà
STAVOLTA non si tratta di uno dei tanti balletti di cifre sui conti pubblici cui gli italiani hanno fatto ormai il callo da molti anni. Al centro del problema ci sono quasi 400mila cittadini che si trovano a non avere più un lavoro e a non ricevere il relativo salario, ma senza aver ancora maturato il diritto alla pensione. Siamo di fronte a un dramma sociale di enormi proporzioni.