Pisapia e il caso Maran: nomine trasparenti

by Sergio Segio | 29 Agosto 2011 6:11

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MILANO — «La formazione della giunta di Milano è stata chiara, trasparente, fondata su principi di competenza, entusiasmo e novità  politica. Sei donne e sei uomini, con due assessori trentenni scelti nell’ottica di parità  di genere e del rinnovamento del governo della città ». Giuliano Pisapia replica con fermezza alle «illazioni» nate in queste ore. Tutta «colpa» di un sms che Filippo Penati ha ricevuto il 13 giugno, 48 ore dopo la composizione del nuovo esecutivo del sindaco «gentile». Sul telefonino dell’ex sindaco di Sesto, non ancora nella bufera per le presunte tangenti Falck, era apparso un messaggino firmato da Antonio Rugari, presidente del Consorzio trasporti pubblici, la società  che gestisce la rete di autobus dei Comuni a nord della metropoli. Il testo faceva riferimento al contenzioso milionario aperto fra Piero Di Caterina, accusatore dell’ex sindaco di Sesto San Giovanni, e Atm. «Considerato come è andata a Milano — scriveva il 13 giugno Rugari a Penati — credo si possa tentare di risolvere la questione di Piero, prima che si vada oltre certi limiti e degeneri». Risposta? Una generica proposta d’incontro per la settimana successiva.
Una tempesta politica. Perché è bastato quel breve sms a far affiorare dubbi e sospetti. Il fuoco «amico» ha dato il la. Sono stati quelli dell’Italia dei Valori, esclusi dalla composizione della giunta, i primi a sollevare il caso politico. «Alla luce delle dichiarazioni relative all’interessamento di Penati verso il contenzioso esistente tra Atm e uno dei suoi principali accusatori — ha scritto Stefano Zamponi, commissario cittadino dei dipietristi —, Pisapia deve spiegare perché ha affidato il delicato assessorato ai Trasporti, da cui dipende Atm, a un giovane di trent’anni privo d’esperienza nel settore. I maligni ipotizzano perché lui sarebbe il pupillo di Penati».
Consigliere comunale uscente, Pierfrancesco Maran alle urne di maggio ha fatto vendemmia di voti: 3.530 preferenze, secondo nella lista pd solo all’archistar Stefano Boeri. In campagna elettorale il sostegno di Penati era stato tanto tenace quanto discreto. Il «giovane» Maran saprà  poi passare all’incasso dell’exploit e per lui arriveranno deleghe pesantissime: i trasporti e pure l’ambiente.
La replica del sindaco, sabato, è stata durissima: «La verità  è che l’Idv non ha ottenuto l’assessorato che chiedeva. A questo punto, di fronte a simili inaccettabili illazioni, che non esito a definire vergognose, non vedo alternative. O si scusano o sono al di fuori della maggioranza». E una parziale retromarcia è arrivata: Raffaele Grassi, unico consigliere Idv, ieri ha preso le distanze dal suo coordinatore.
Nella nota di ieri il sindaco ha provato a rispondere anche nel merito ai «sospetti» piovuti sulla sua giunta: «Nella scelta degli assessori è stato valorizzato l’apporto non solo dei partiti, ma anche dell’associazionismo, delle professioni, della società  civile, che hanno contribuito al successo elettorale. Voglio ribadire quindi in modo chiaro ed inequivocabile, anche per porre fine a qualsiasi strumentalizzazione, che nel formare la mia giunta ho preso le decisioni in totale autonomia e che in particolare non ho mai avuto incontri, colloqui, suggerimenti, e tanto meno pressioni dirette o indirette, da parte di Filippo Penati, come da nessun altro».
Caso chiuso? Per niente: il Pdl chiederà  in Consiglio comunale le dimissioni dell’assessore «penatiano».

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