Piove sui quadri di Brera “A rischio un Raffaello”
MILANO – Il tetto del complesso di Brera, che copre Pinacoteca e biblioteca Braidense, deve essere rifatto da tempo ma finora i soldi non sono mai arrivati. E così è bastato un forte temporale l’11 giugno per mettere a rischio uno dei capolavori assoluti dell’arte, Lo sposalizio della Vergine di Raffaello, conservato nella Pinacoteca. Da una crepa l’acqua a fiotti si è riversata anche sulla parete interna della sala XXIV dove è collocato il dipinto, denuncia la Uil Beni e Attività Culturali, che ha documentato tutto con fotografie e un filmato. L’ennesima emergenza ha indotto anche il ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan a muoversi. «Ha disposto che al più presto siano trovati i finanziamenti necessari per la messa in sicurezza del tetto» ha riferito ieri il consigliere Franco Miracco. Aggiungendo l’intenzione «di portare a compimento la Grande Brera».
Il quadro, che fortunatamente non ha preso una goccia d’acqua visto che era sistemato su una doppia parete a 40 centimetri di distanza dal muro incriminato, è stato messo per una settimana in un deposito, comunque visibile al pubblico dietro ad una porta a vetri, mentre la sovrintendente di Brera, Sandrina Bandera, si attivava per far riparare il canale di scolo nel muro. Il problema è stato risolto e Lo sposalizio della Vergine è tornato al suo posto.
Non è la prima volta che le infiltrazioni d’acqua fanno penare Brera, in più riprese negli ultimi anni è intervenuta la Sovrintendenza ai Beni Architettonici per risolvere i problemi dopo piogge e temporali. La questione coinvolge anche la prestigiosa biblioteca Braidense, nello stesso palazzo della Pinacoteca, la prima biblioteca pubblica voluta da Maria Teresa d’Austria nel 1786, che ha cercato di riparare le infiltrazioni nel deposito libri con fondi del Fai. La Uil nella sua denuncia suggerisce un «immediato decreto ministeriale per istituire subito la Sovrintendenza Speciale di Milano che comprenda la Pinacoteca di Brera e il Cenacolo Vinciano». In questo modo, così come succede già a Firenze e a Venezia, il polo museale potrebbe tenere per sè i proventi dei biglietti che oggi sono, invece, versati allo Stato. Circa due milioni di euro con i quali si potrebbe fare molto, visto che dal Governo faticano ad arrivare soldi e che la Pinacoteca, mentre gli piove acqua dal tetto, ha problemi a pagare anche le bollette. Su questa proposta dei sindacati anche la Sovrintendente Bandera è d’accordo.
Ma quest’ultimo episodio ripropone anche il tema della Grande Brera, ovvero della ristrutturazione che il palazzo attende da anni, con lo spostamento dell’Accademia di Brera in un’altra zona della città e l’allargamento della Pinacoteca. L’ex ministro della Cultura Bondi aveva nominato per questo il manager Mario Resca Commissario straordinario. Ma Resca da mesi è sfiduciato e dice: «Sono l’unico commissario nominato e poi lasciato senza soldi, è inaudito». Dei 150 milioni di euro che servono non ne è arrivato neppure uno.
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