Pensioni, pernacchia di Bossi a Alfano “Non prenderai lì i soldi per i Comuni”
CAPRIATE D’ORBA -«Alfano è un bravo ragazzo, però… prrrr». Con l’ormai classica pernacchia Umberto Bossi respinge l’offerta del segretario del Pdl Angelino Alfano di un intervento sulle pensioni in cambio di minori tagli a comuni e regioni. Il leader della Lega, tra le ovazioni della folla accorsa a Capriate d’Orba nell’alessandrino, spiega anche il perché del suo niet: «Non taglio le pensioni alla povera gente, gli enti locali se la caveranno e con un po’ di rumore e il governo troverà i soldi per loro. Se portiamo via ai poveracci quel poco di pensione che hanno, la Bce e la Banca d’Italia gli impediranno di recuperarlo». Il Senatùr difende invece quanto fatto sui costi della politica: «Abbiamo ridotto gli stipendi dei parlamentari e il numero delle auto blu e anche la loro cilindrata. Se uno vuole andare forte si compri la Ferrari, ma con i suoi soldi. Io ho l’Audi, ma l’ho comprata con i miei soldi».
Non è però certo questa considerazione che farà sbloccare il braccio di ferro tra Pdl e Lega, con il decreto da 45 miliardi pronto a sbarcare in commissione al Senato. Tutti vogliono mettere mano al testo varato lo scorso 13 agosto. E su tutti peseranno le parole del presidente Giorgio Napolitano, che ha chiesto un confronto costruttivo e senza strumentalizzazioni.
Scontri e confronti in arrivo. Si parte oggi proprio con la Lega. In via Bellerio, a Milano, il partito di Bossi riunisce la segreteria politica dalla quale usciranno le ricette padane per la manovra. Per compensare i tagli agli enti locali Calderoli annuncia che proporrà «una patrimoniale sui patrimoni di lusso per far pagare chi fino ad oggi non lo ha fatto». Lo scontro con il Pdl è inevitabile. Non solo perché mezzo partito di patrimoniale non ne vuole sapere, ma soprattutto punta sulle pensioni. Contro la scure sulla previdenza si schierano anche la segretaria della Cgil, Susanna Camusso e e la presidente del Pd Rosi Bindi. Con la stessa argomentazione: non si mette mano alle pensioni per fare cassa.
Alfano intanto ha indicato in una intervista alla Stampa i temi sui quali è pronto a migliorare la manovra (senza cambiare i saldi). Come la Lega vuole rivedere i tagli agli enti locali, indica la possibilità di legare l’Eurotassa al quoziente familiare (per attrarre l’Udc) e apre alla possibilità di alzare l’Iva. Ma prima Alfano dovrà mettere d’accordo le diverse correnti del suo partito. Domani vedrà i “frondisti”, il gruppo ultra-liberale guidato da Crosetto e Stracquadanio e ispirato da Antonio Martino. Mercoledì incontrerà al Senato i direttivi e i capigruppo del Pdl e gli azzurri in commissione Bilancio. Poi il vertice con comuni e province.
Anche l’opposizione è al lavoro. Questa sera Bersani riunisce gli esperti economici del Pd per mettere nero su bianco le proposte democratiche: si va dalla ritassazione dei capitali scudati alla tracciabilità per le somme superiori ai mille euro. Ma ci sarà anche la richiesta di ripristinare il reato di falso in bilancio cancellato da Berlusconi. E uno dei cavalli di battaglia del Pd sarà anche la richiesta di mettere all’asta le nuove frequenze (sei) per la tv digitale. Incasso possibile: tre miliardi, contro lo zero spaccato del “beauty contest” voluto dal governo che regalerebbe le frequenze ai soliti noti. Con il Pd scendono in campo anche Idv, Fli e Udc. L’opposizione, insomma.
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