Pensioni e articolo 18 sotto tiro Bossi: dobbiamo seguire la Ue

by Sergio Segio | 9 Agosto 2011 6:50

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ROMA – A poche ore dal nuovo incontro fra governo e parti sociali – la convocazione è per domani pomeriggio a Palazzo Chigi – l’ordine del giorno si gonfia di temi pesanti: dalle liberalizzazioni, alle privatizzazioni, al lavoro. La lettera che la Bce ha inviato al governo nei giorni scorsi ha dettato l’agenda delle cose da fare, e anche se nell’affollato vertice di domani si parlerà  più di questioni di metodo che di sostanza, è chiaro che il pressing esercitato dalla Banca Europea impone un clima ancora più teso rispetto all’ultimo vertice. Ora infatti la Bce chiede di spingere l’acceleratore sulle liberalizzazioni, di dare segnali forti sulle privatizzazioni e di metter mano alla materia del lavoro per aumentare la flessibilità  in uscita e non far pesare la precarietà  solo sui giovani. Considerato che la richiesta principale resta quella di anticipare l’equilibrio di bilancio al 2013, la «lista» delle cose da fare dovrà  tener conto del fatto che da qui alla fine del 2012 il rapporto deficit-Pil (per azzerarsi o quasi l’anno dopo) dovrà  scendere all’1-1,5 per cento (originariamente era previsto al 2,7). Dove recuperare le risorse? Nel mirino ci sono soprattutto le pensioni, ma sotto pressione c’è pure l’uscita dal lavoro, quindi l’articolo 18 della Costituzione. Si parla anche una tassa patrimoniale e del ritorno dell’Ici.
Per quanto riguarda la previdenza le misure su cui si starebbe ragionando sono il blocco delle pensioni di anzianità , un allungamento dell’età  pensionabile per le donne e l’anticipo al 2012 del suo aggancio alle aspettative di vita. Quanto al lavoro, si sa che Sacconi vuole avviare il dibattito partendo dalle legge delega sullo Statuto. La sua idea è quella di individuare un pacchetto di diritti «intoccabili» cui affiancare un pacchetto di diritti sui quali, solo con il consenso delle parti sociali, si possa intervenire. Fra questi il ministro vedrebbe bene l’articolo 18: ipotesi chiaramente inaccettabile per la Cgil. Ieri il sindacato di Susanna Camusso, è stato molto chiaro a proposito dell’esecutivo: «E’ palesemente incapace di affrontare l’emergenza: non ci sarà  né risanamento, né riequilibrio dei conti, né crescita, né equità ». Altro tema di fuoco nell’agenda del governo è l’arrivo di una nuova tassa: rispunta l’idea di una patrimoniale. «Il concetto è quello» ha commentato Tosi, sindaco leghista di Verona, secondo cui si potrebbe pensare ad una tassazione «che parta da chi ha 100-200 mila euro». Ma c’è anche uno studio molto avanzato sugli effetti della reintroduzione dell’Ici.
Misure a forte impatto, dettate dalle richieste della Bce. Ieri anche Bossi ha dovuto ammettere che: «Dobbiamo andare dietro all’Europa e fare le riforme. La Bce ci condiziona? Positivamente. Per tanto tempo il Paese ha speso più di quanto poteva e un bel giorno la realtà  ha preso il treno ed è venuta a trovarci». Che la realtà  sia davvero grave lo conferma il fatto che per giovedì – quando Tremonti parlerà  alle Commissioni riunite di Affari costituzionali e Bilancio – è prevista una parata di «big». Saranno tutti presenti: da Bersani, a Fini, ad Alfano, Di Pietro, allo stesso Bossi.

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