Paura sui mercati Italia e Spagna sotto tiro

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MILANO — Non si ferma lo tsunami finanziario, con un’altra giornata di forti ribassi sui mercati europei e americani. La Borsa di Milano ieri ha perso il 2,5%, dopo il tracollo del 3,87%lunedì: in un mese Piazza Affari brucia, dunque, oltre il 15%del valore, e scende ai minimi dell’anno, tornando ai livelli del luglio 2009. Male anche Francoforte (-2,26%); Parigi (-1,82%); Mad r i d (-2,18%) e Londra (-0,97%). La maglia nera continentale, però, è andata a Zurigo (-4,1%), chiusa il giorno prima e affondata dai colossi bancari Ubs e Credit Suisse.
 Anche Wall Street è precipitata: i nuovi segnali di indebolimento dell’economia Usa hanno affossato il Dow Jones (-2,19%) e il Nasdaq (-2,75%), a dispetto del via libera alla legge che innalza il tetto del debito per evitare il default americano. Non c’è tregua nemmeno per i titoli di Stato, ancora sotto pressione per i timori di un contagio della crisi del debito della zona euro.
Ieri il differenziale tra il Btp decennale e l’analogo Bund tedesco ha toccato un nuovo record dal 1997, salendo fino a 388 punti base, con un rendimento che ha sfiorato il 6,3%, mentre lo spread dei titoli spagnoli superava i 400 punti, entrambi pericolosamente vicini alla «soglia di sostenibilità » individuata a quota 7%. Allo stesso tempo il rendimento dei Bund cadeva invece sotto il livello dell’inflazione tedesca (attualmente al 2,4%), per la volta da oltre 20 anni. Ad alleggerire le tensioni, contribuendo a ridimensionare gli spread in serata, è stato un messaggio della Commissione Ue, che tramite un portavoce, si è detta «pienamente fiduciosa» su Italia e Spagna. In serata il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che nel pomeriggio aveva riunito il comitato di stabilità  finanziaria, ha poi avuto un colloquio telefonico con il Commissario europeo agli Affari Economici, Olli Rehn. E stamattina Tremonti incontrerà  il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker in Lussemburgo.
In soccorso di Roma ha parlato anche il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, sostenendo che l’Italia non ha bisogno del supporto estero per finanziare il suo debito e «perciò sta bene. Ha il deficit sotto controllo, ha i conti pubblici sotto controllo. Sta facendo le cose giuste e prendendo le giuste decisioni» .
Dall’economia reale dei Paesi industrializzati, però, continuano a giungere cattive notizie. Gli ultimi dati provengono dagli Stati Uniti: a giugno gli americani hanno tagliato i consumi (-0,2%) e risparmiato di più (+5,4%), mentre la disoccupazione resta stabilmente sopra il 9%. E il piano di austerità  appena varato potrebbe indebolire ulteriormente una crescita già  fiacca.


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