Palma assolve il processo lungo e vede Pannella per l’emergenza-carceri

by Sergio Segio | 10 Agosto 2011 6:43

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ROMA – Rinuncia alla vacanza in Polinesia, ma continua a definire «assurde» le polemiche sulla sua, ormai mancata, assenza. Incontra per la prima volta l’Anm e oggi vedrà  il leader radicale Marco Pannella. Che raccoglie oltre 500 adesioni in una giornata sullo sciopero della fame e della sete lanciato per il 14 agosto, con l’obiettivo di ottenere una seduta straordinaria del Parlamento sulle carceri. Per Ferragosto annuncia una visita, senza telecamere, a Regina Coeli. Ma è sul “processo lungo” che, con il sindacato dei giudici, il neo ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma si lascia andare alla prima valutazione destinata a metterlo in urto con il centrosinistra e con le stesse toghe. «Quel provvedimento non è grave come sembra. Alla fine il giudice potrà  escludere lo stesso i testi».
Non compare nelle note ufficiali la battuta. Esse si limitano ad annunciare le questioni tecniche su cui il Guardasigilli vuole lavorare, depenalizzazione, revisione delle circoscrizioni, deroga al divieto di inviare nelle procure scoperte i magistrati di prima nomina, velocizzazione del processo penale. Ma la frase trapela dal colloquio di Palma con il presidente dell’Anm Luca Palamara, il segretario Giuseppe Cascini, alcuni componenti del vertice del sindacato. C’è pure Magistratura indipendente, all’opposizione in giunta, ma corrente cui faceva capo Palma da magistrato. Ufficialmente, in un colloquio con l’Ansa, lo stesso ministro dichiara che il giudizio su quel contestato ddl lo darà , «com’è doveroso che sia, quando arriverà  alla Camera». Appena approvato dal Senato, esso amplia a dismisura il potere delle difese nel richiedere in dibattimento testi e prove a discarico. Arriverà  alla Camera a settembre, ma andrà  in aula dopo le intercettazioni, già  calendarizzate in aula dal 26.
E proprio sulla riforma degli ascolti e su quella costituzionale della giustizia – separazione di carriere e Csm, fine dell’obbligatorietà  dell’azione penale, responsabilità  civile dei giudici, maggiori poteri del Guardasigilli – il ministro glissa. Non ne fa cenno con l’Anm, quasi che le due questioni non siano neppure in agenda. Mentre Palma sa bene quanto entrambe stiano a cuore a Berlusconi, che ne ha sempre fatto un punto d’onore della legislatura.
Come rivelano, all’uscita, le toghe dell’Anm l’intenzione di Palma potrebbe essere quella di istituire una sorta di doppio tavolo, uno tecnico, in cui relegare la stessa Anm, con il contentino di interventi pur necessari, come depenalizzazione e revisione delle circoscrizioni. Ma sul tavolo politico, in cui marciano gli interventi cari ai berlusconiani, resteranno le riforme invise ai magistrati. Il processo lungo al primo posto, visto che deve “tagliare” i dibattimenti del Cavaliere. Poi intercettazioni e riforma costituzionale. Intendiamoci. Le modifiche tecniche sono importanti, tant’è che l’ex sottosegretario alla Giustizia del Pdl Luigi Vitali plaude con un «è musica per le mie orecchie» all’incontro con l’Anm. Tutto il resto arroventerà  l’autunno. Ma Palma pare quasi, o non vuole, rendersene conto. E dichiara: «Se da parte di tutti ci fosse un abbassamento dei toni e se dalla guerra si passasse al confronto, sarebbe un bene per tutti». Ma quando in aula arriveranno le riforme contestate non protestare, per le toghe e per il centrosinistra, sarà  impossibile.

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