Nuova Dheli. Nel quartiere degli artisti devastato dalle ruspe

by Sergio Segio | 19 Agosto 2011 6:22

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KATHPUTLI (NUOVA DELHI). “Un tempo tra queste strade non c’era angolo senza uno spettacolo in preparazione, giocolieri, danzatori, mangiatori di spade, incantatori di serpenti, prestigiatori e maghi. I primi a dover lasciare Kathputli Colony sono stati gli ammaestratori di orsi e scimmie, e i sapera, che ipnotizzano i cobra con la musica. Maneeka Gandhi, una delle due nuore di Indira, li mise al bando con una legge contro le atrocità  sugli animali e decine di famiglie sono emigrate o sono morte di stenti».
Pataci è un fiume in piena di parole, e sventaglia il suo enorme petto sudato nella penombra della casa di famiglia a Kathputli, alla periferia nord di New Delhi, ancora (per poco) libera da grattacieli e grandi magazzini che inesorabilmente avanzano con le nuove linee del metrò di superficie. È un cubo di cemento in un mare di desolazione e sporcizia, fogne a cielo aperto e bambini che corrono a frotte tra vicoli dove non passano insieme una capra e un mulo. Sembra un sogno immaginare Pataci mentre danza con le sue vesti più preziose luccicanti d’oro e perline sotto i riflettori di un elegante teatro americano, europeo, mediorientale. Quando va all’estero per le tournée del suo gruppo di danze rajasthane, la trattano come un artista e non come una girovaga cresciuta in un ghetto. Il suo gruppo è formato da 8 persone e l’agente li paga 7000 rupie a spettacolo, meno di 150 euro. In India invece ricevono tra i 10 e i 15 euro, da dividere in tre.
Nella sua stanzetta di Kathputli e nelle altre due minuscole celle nel cortile ricavato in un angolo dello slum, vivono insieme a lei tre generazioni di guitti, danzatori e pupari i cui nonni e bisnonni si esibirono davanti ai grandi Raja della casta rajiput di Jodhpur o Udaipur, i re guerrieri per eccellenza che dominarono il Rajasthan e molti altri Stati fino alla nascita della Repubblica indiana. Pataci partì dal distretto di Sikir e giunse a Kathputli col nonno su un carro trascinato dai cavalli. Per guadagnarsi il pane imparò dall’anziano progenitore a danzare e muovere i pupazzi di legno, come fa adesso la sua nipotina Kushi di 5 anni, figlia di un fratello che suona l’armonia, il piano indiano ad aria simile alla fisarmonica. La bambina indossa un abitino verde smeraldo e un cugino le dà  il ritmo con una pentola di alluminio percossa nello stile della tabla di pelle. Ancheggia allungando le braccia e le dita della mano per riprodurre con innata maestria le movenze della walar, prototipo di molte forme d’arte di una terra che lei non ha mai conosciuto. Nell’oscurità  della stanza dove Kushi e il resto della famiglia si esibisce per noi e per il vicinato, un altro cugino, Sonu, si infila dentro un cavallo di stoffa con una buffa criniera in testa. Saltella comicamente al suono dell’armonia una delle epiche dei Maharaja, le stesse che i pupari ௿½ ce ne sono 1500 – rappresentano muovendo coi fili re, regine e cavalieri di legno.
Al termine dello spettacolo, domandiamo a Pataci dove andranno quando il governo demolirà  la colonia di case-baracca. Ci sono 2800 abitazioni con 25mila artisti di strada da sistemare entro breve, e gli alloggi temporanei si trovano lontano sulle colline, con pochissimi mezzi pubblici per la città  dove i guitti si guadagnano da vivere raccogliendo 50, 70 rupie di mance, meno di due euro. La notizia del trasloco ௿½ dice la danzatrice – è stata comunicata solo da un quotidiano locale e non è mai arrivato nessun annuncio ufficiale ai rappresentanti dello slum. «Sul giornale ௿½ racconta – è stato scritto che le autorità  garantiranno una nuova stanza per ogni famiglia, una volta completati i lavori del nuovo quartiere con 170 nuovi grattacieli”.
“Il problema ௿½ spiega la rappresentante di una Ong che aiuta gli artisti di Kathputli, Prayas ௿½ è che in 50 anni le famiglie si sono allargate ad altre generazioni, e nessuno di loro vuole dividersi, perché vivono e lavorano ancora tutti insieme. Separarli sarebbe una perdita anche per la storia dell’arte popolare, non solo del Rajasthan, ma dell’Andra Pradesh, del Maharastra, del Bihar, del Gujarat, da dove vengono molti dei residenti, che rappresentano ben dodici caste».
Kathputli è già  sparita tra sopraelevate e traffico, e presto i suoni di tamburo saranno sostituiti da martelli pneumatici e ruspe. Quando i costruttori del nuovo quartiere toglieranno le recinzioni, la magia sarà  finita, ma la colonia dei guitti non riapparirà  tra gli applausi del pubblico.

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