Napoli, deraglia Frecciargento stop ai treni per Roma: è caos

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NAPOLI – Assalto al treno in partenza nella stazione di Napoli paralizzata dal blackout. Si sparge la voce, un Eurostar sta finalmente per muoversi diretto a Milano. È quello delle 16.50, e oramai sono le sei e mezza di domenica pomeriggio. Scoppia il caos, la corsa a ostacoli. La folla corre per salirci sopra, in tanti restano sul predellino, non si chiudono le porte. Ma quella è l’unica possibilità  per tornare a casa, in una stazione dove, su venticinque binari, solo otto hanno l’alimentazione elettrica. Gli altri sono diventati binari morti. Isolati dalle linee elettriche di alimentazione. Perché in un giorno di punta del traffico ferroviario un treno Frecciargento viene spostato per manutenzione e deraglia. Finisce contro il palo collegato alle linee aeree. Il guasto è esteso, ha un effetto domino sulle tante derivazioni e in pochi istanti isola i binari della stazione centrale di Napoli dal numero nove al numero venticinque. Da quei binari non si parte più. È il secondo grave incidente che coinvolge Trenitalia nel giro di una settimana: il 24 luglio a Roma andò in fiamme la stazione Tiburtina.
Il caos a Napoli esplode un’ora dopo il blackout, coinvolge migliaia di passeggeri. Che dapprima pazientano quando vedono la segnalazione dei ritardi sul tabellone delle partenze: venti minuti, trenta minuti, quaranta minuti, cento minuti. Ma poi leggono: treno soppresso. Nessuna informazione chiara, nessuna assistenza. Un solo messaggio dagli altoparlanti: “Per un guasto tecnico tutti i treni in partenza dalla stazione di Napoli centrale avranno un ritardo imprecisato”. Nulla di più. Esplodono le proteste. C’è chi corre ai taxi diretto all’aeroporto di Capodichino, chi pretende fra le urla l’immediata restituzione del biglietto. Ma solo molte ore dopo il guasto si riesce a capire cosa è successo. Treni bloccati in stazione, ma anche fuori. Sono i convogli in arrivo a Napoli che pure non possono raggiungere le pensiline per la mancanza di alimentazione. I passeggeri a bordo devono aspettare che arrivi un locomotore a trazione per portare i treni all’interno della stazione. Viene soppresso l’Alta velocità  delle 15.50 Napoli-Milano, non si hanno notizie di quello delle 16.50. Che alle sei e mezza, finalmente, viene fatto partire dal binario otto, uno dei pochi funzionanti. Scatta l’assalto. Centinaia di passeggeri ad accalcarsi per salire a bordo, fischiano i capotreni, le porte non si chiudono. Infine parte, mentre si sparge la voce che alla stazione di Formia sono in migliaia ad aspettare un treno.


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