Mutui, la crisi raffredda i tassi boccata d’ossigeno per le famiglie

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ROMA – L’aggravarsi della crisi finanziaria italiana ed internazionale sta condizionando il trend dell’Euribor e dell’Irs. Negli ultimi giorni, i parametri che vengono utilizzati dalla banche per indicizzare i mutui a tasso variabile e fisso hanno fatto registrare una flessione. L’Euribor a un mese – che il 19 luglio risultava dell’1,47% – ieri quotava 1,40%. Quello a tre mesi è passato dall’1,61 per cento all’1,56.
Più marcati i cali dell’Irs: il trentennale è passato dal 3,43% al 3,27% evidenziando una flessione dello 0,16, mentre il ventennale registra un calo dello 0,13%.
Dopo i due aumenti della Bce – che hanno portato tra maggio e luglio il tasso di riferimento dall’1 all’1,50% – gli indici che misurano il costo del denaro mostrano un’aspettativa “morbida” per il futuro. L’Euribor, che in occasione di entrambi gli interventi della Banca Centrale si era mosso al rialzo in anticipo, ora sembra essersi “raffreddato”. «Ad oggi – spiega Roberto Anedda, vicepresidente di Mutui Online – i valori dell’Euribor indicano un possibile costo del denaro intorno al 2,15-2,20% tra dodici mesi, come se la Bce avesse in animo tre ulteriori interventi al rialzo». Ma la Banca Centrale difficilmente procederà  ad aumenti a raffica, visto che la crisi economica continua. «Si percepisce – aggiunge Anedda – che la prospettiva dell’aumento dei tassi si è raffreddata».
Di particolare rilievo risulta poi l’andamento dell’Irs: ad aprile, dopo aver superato la soglia del 4%, pareva destinato a una lenta ma inesorabile risalita. La soglia del 4% si è però mantenuta per meno di un mese, dopodiché gli Irs si sono riallineati su valori più bassi. Dal primo luglio la discesa si è accentuata: il trentennale dal 3,82% è passato al 3,27% (meno 0,55%) ed il ventennale dal 3,86% al 3,44% (meno 0,42%). L’assestamento degli Irs apre nuove opportunità  per gli irriducibili del tasso fisso. Le offerte di mutui con tassi fissi sotto il 5% sembrano destinati ad aumentare.
Il calo dell’Irs rappresenta una opportunità  per i potenziali mutuatari che vogliono garantirsi una sicurezza di lungo termine sul costo del proprio mutuo: la riduzione di circa lo 0,50% rispetto ai valori di inizio luglio corrisponde a un minor costo della rata che va mediamente dai 320 ai 470 euro all’anno, calcolati su un mutuo di 130 mila.
Non va però dimenticato che attualmente il differenziale fra Euribor a un mese e tre mesi e l’Irs trentennale oscilla fra l’1,71 e l’1,87%. Forbice che, ovviamente, pesa sull’entità  della rata mensile. Ipotizzando un mutuo trentennale di 150 mila euro, la migliore offerta su Mutuo Online dei variabili indica una rata mensile di 599 euro, mentre il mutuo a rata “inchiodata” sale a quota 780 euro. Una differenza, quindi, di 181 euro.
Nell’incertezza fra variabile e fisso, molti mutuatari optavano per i mutui a tasso variabile “con cap”, che prevedono un tetto oltre il quale i tassi non possono salire. Attualmente, si tratta di un’opzione poco consigliabile. Sul mercato sono offerti prodotti che prevedono un “tetto” fra il 5,45% e il 6,5% e che comportano un costo aggiuntivo rispetto al variabile di circa lo 0,50%.


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