Milano risale, alt alle vendite speculative

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MILANO — Il rimbalzo, alla fine, arriva. Consistente: dal 2,89% di Parigi al 4,1% di Milano. E c’entra un po’ Wall Street. Un po’ l’attesa per l’annunciato vertice tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Molto la voce, confermata in serata, sulle possibili mosse antispeculazione allo studio delle autorità  di controllo delle Borse europee. Sostanzialmente: divieto (temporaneo) delle vendite allo scoperto. Non si potrà  più — se la misura, come ieri appariva probabile, verrà  effettivamente adottata — scommettere sul ribasso, vendendo titoli che ancora non si possiedono e puntando sull’acquisto a prezzi in discesa.
In Italia, dicono da settimane le analisi Consob, lo short selling non ha un grande peso. Altrove sì. E ieri, dopo l’ennesima seduta che ha visto tutti i listini oscillare più volte con la solita violenza, l’allarme è scattato anche a Bruxelles. Dall’Esma, l’Authority che coordina le politiche Ue sui mercati finanziari, sono partite telefonate verso tutte le principali Commissioni nazionali. Spetta a loro, decidere se sia o no opportuno intervenire sui rispettivi listini con una misura restrittiva che, finora, è stata adottata una sola volta e da un solo Paese Ue: e il fatto che quel Paese sia la Grecia (due mesi di stop dal 9 agosto) la dice lunga sul livello di preoccupazione.
Un’azione non coordinata non avrebbe però senso. Per tutto il pomeriggio e la serata sono dunque continuate le consultazioni. Infine la decisione che oggi Italia, Belgio Francia annunceranno il divieto di vendite allo scoperto. In Spagna la misura è entrata in vigore ieri per 15 giorni e sarà  prolungata se necessario. La stessa Consob ha convocato una riunione «prima dell’apertura dei mercati».
Mossa solo psicologica, quella suggerita dall’Esma, se è vero che lo short selling è poca cosa rispetto alle vendite «reali»? Nel caso, lo si vedrà  presto. Non è però casuale che il pressing si sia fatto stringente proprio ieri. Né è secondario il ruolo che la sola prospettiva del divieto ha avuto sul rimbalzo dei listini continentali.
Dopo la botta di mercoledì, tutti gli indici aprono in netto rialzo. Salvo tornare in picchiata a mezzogiorno. E di nuovo con partenza da Parigi: di downgrade della Francia non si parla più, ma delle difficoltà  delle sue banche sì. Troppo esposte su Grecia e Italia, dicono gli operatori. E se l’altro ieri il conto l’aveva pagato soprattutto Société Générale, ora tocca a Bnp: 500 milioni di sovraesposizione sul debito di Atene, secondo i rumors, e nel no comment degli interessati il titolo va a picco e trascina tutto il settore. In tutta Europa. Le Borse guadagnavano fin lì tra il 2 e il 3%. Adesso perdono altrettanto.
Ribalta un po’ la situazione l’annuncio, poco dopo, del vertice Merkel-Sarkozy. Si vedranno martedì ed è chiaro che l’agenda sarà  ampia: da «direttorio» Ue (insieme alla Bce) della crisi. Prospettiva che infastidisce Roma, dove intanto si accelera la manovra, ma che aiuta i mercati ad azzerare le perdite. Quando poi, da Wall Street, arrivano i primi indici in forte rialzo (+3,95% in chiusura), si consolida anche la ripresa europea. La vera svolta è però la corsa alle ricoperture sui timori del divieto di short selling. E Milano, con il suo 4,1%, da peggiore diventa per un giorno la migliore piazza del continente.


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