Manovra, restano i ticket non passa la tassa sul fumo

by Sergio Segio | 4 Agosto 2011 6:27

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ROMA – In Consiglio dei ministri il tema è stato affrontato e messo da parte. Lo stesso ministro dei Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto ha sospeso il tavolo e spostato il prossimo incontro con le Regioni a fine mese. I ticket sanitari restano, dunque, ma della tassa sulle sigarette ne hanno parlato, e a lungo, i governatori che sono compatti nel chiedere al governo di cancellare questo balzello sui cittadini introducendo in alternativa, un aumento delle accise, le tasse di fabbricazione che pesano sulle “bionde”.
Una strada non proprio semplice da attuare, visto che gli introiti prodotti dalla vendita delle sigarette vanno direttamente nelle tasche dello Stato e non in quelle spesso rattoppate delle Regioni. Ma una strada percorribile, in teoria ci sarebbe: come per le accise sui carburanti – che oggi possono essere alzate e intascate dai governi locali – allo stesso modo quelle sui tabacchi e potrebbero essere incanalate o girate a favore delle Regioni.
Un percorso possibile, sostenuto persino dai sindacati (la Cgil in particolare). A leggere i dati dell’ufficio studi della Cgia di Mestre per coprire il mancato gettito da 382 milioni di euro, dovuto all’eventuale abolizione dei ticket sanitari, ognuno degli 11 milioni di fumatori italiani dovrebbe “contribuire” con un esborso annuo di 34 euro per il 2011 e di 77 per il 2012. In pratica, un aggravio di 6,5 euro al mese, circa 21 centesimi in più al giorno, su ognuno degli italiani dipendenti dal tabacco, che secondo l’Istituto Superiore di Sanità , fumano quotidianamente 13 sigarette.
Al termine della conferenza straordinaria delle Regioni convocata proprio per discutere di ticket e sigarette, i governatori hanno ribadito compatti la loro posizione: meglio una «piccola tassa», che vada a impattare sui fumatori che un ritorno ai ticket. Per Raffaele Fitto, presente all’incontro, «in questa fase non ci sono le condizioni per intervenire con un provvedimento ad hoc, ma siamo convinti della possibilità  di poter continuare a lavorare con le Regioni. Le ipotesi in campo sono diverse, a fine agosto riprendiamo il tavolo per una rimodulazione dei ticket».
Tra i primi a sostenere l’idea lanciata da Umberto Bossi, è Roberto Cota, presidente leghista del Piemonte, Regione che da domani sarà  comunque costretta ad applicare i ticket: «La sostituzione del “sovraticket” con una tassa sul tabacco è una soluzione giusta e il governo deve farlo il prima possibile». Tutti i presidenti sono favorevoli ad introdurre questa misura anche se le difficoltà  non sono poche. Il numero uno del Veneto Luca Zaia si dice «pronto a fare ricorso contro i ticket», e spiega che «introducendo un’accisa di 50 centesimi a pacchetto si ricaverebbe un miliardo e mezzo di euro, cioè il doppio della disponibilità  mancante per la sanità ».
«Lavoreremo col governo per eliminare i ticket», gli fa eco Roberto Formigoni (Lombardia) anche se il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, resta scettico: «Il governo non è stato in grado di appoggiare la nostra proposta anche se dice di voler mantenere aperto il tavolo. Benissimo, ma ci aspettiamo che arrivi una decisione visto che la proposta arriva da autorevoli ministri».

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