Londra brucia, dilaga la rivolta muore un ragazzo: 600 arresti

by Sergio Segio | 10 Agosto 2011 7:21

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LONDRA – Alla fine c’è scappato il morto. Non si sa come si chiama, la polizia vuole evitare altre inutili tensioni. Si sa che era un ragazzo, aveva 26 anni, tre meno di Mark Duggan, il piccolo boss di Tottenham freddato con un colpo di pistola al petto, quello che ha fatto scoppiare una rivolta senza fine e che adesso si allarga a macchia d’olio. Verso altri sobborghi, altri ghetti, altri quartieri-dormitorio, altre città , altre province, altre contee. La nuova vittima è stata trovata dentro un’auto, poco dopo le 21 di lunedì. Era ferito, perdeva molto sangue, rantolava.
Una telefonata anonima aveva avvertito la polizia. Parlava di un corpo abbandonato dentro un’utilitaria. Indicava strada e numero civico. Informazioni dettagliate. Forse amici, forse gli stessi sbandati che anche adesso, con il buio che avvolge per la quarta notte Londra, tornano a indossare i cappucci delle felpe, a coprirsi il volto, ad armarsi di bastoni, di pietre, di bottiglie incendiarie. Si preparano ad una nuova notte di assalti, saccheggi, incendi e scontri. La polizia ha raccolto quel corpo che respirava a fatica, lo ha portato in ospedale. Ma lui, giovane vittima di una violenza che l’intera Inghilterra scopre con nuova ansia e insolita paura, non ha retto al colpo di pistola che gli aveva squarciato il petto. E’ il secondo morto di questa rivolta ancora tutta da capire e da decifrare. Ma la sua fine rischia di attizzare nuove violenze, nuove proteste in tutto il paese. Una inchiesta cercherà  di capire da quale pistola sia partito il colpo. Non sarà  facile.
C’è un’aria carica di tensione in questa Londra estiva, calda, vuota, piena di turisti. E le accuse, assieme alle responsabilità , cominciano ad appuntarsi sui provocatori di professione infiltrati tra le centinaia di giovani in rivolta e sulla polizia giudicata incapace di gestire una protesta (seicento gli arrestati finora) trasformata in guerriglia. Mark Duggan, morto giovedì scorso, è stato raggiunto da un solo colpo di pistola. Anche lui al petto. Il medico legale Andrew Walker, che ha eseguito l’autopsia, ha stabilito che il ragazzo non ha sparato contro gli agenti che lo avevano fermato e lo volevano arrestare. Anche la Ipcc, la Commissione interna della Metropolitan police, ha confermato il referto. Questo apre un nuovo capitolo nella lunga serie di accuse che colpiscono il vertice della polizia londinese, già  provata dalle dimissioni del capo di Scotland Yard per lo scandalo delle intercettazioni abusive del quotidiano News of the world. Solo nei prossimi giorni si capirà  cosa intende fare la magistratura che sulla morte di Walker ha già  aperto un procedimento. L’emergenza, adesso, è un’altra. Arginare la rivolta.
Tottenham, punteggiata dalla macerie dei palazzi incendiati e dai negozi saccheggiati e devastati, sembra vivere ore più tranquille. La rabbia, la tensione, la voglia di sfasciare tutto e tutti, si sposta come un fiume in piena dalle periferie nord a quelle sud della capitale. Nuovi focolai di violenza, con assalti, scontri e devastazioni avvolgono Peckham, Croydon, Clapham, Hackney, Ealing, Camden e perfino il più centrale Notting Hill. La rete dei Blackberry, usata per chiamare a raccolta i rivoltosi, si è estesa ad altre città . Adesso anche Birminghan, Liverpool, Bristol, Manchester vivono ore di ansia con centinaia di giovani che sbucano dai vicoli e iniziano a colpire vetrine, auto, case. Molti negozi dei quartieri colpiti dalla rivolta hanno chiuso i battenti. Vengono evacuati interi quartieri, con la folla in fuga verso le stazioni delle metropolitana. Il premier David Cameron ha interrotto le sue vacanze in Toscana. E’ rientrato a Londra: «Sono dei criminali, in arrivo 16mila agenti per ripristinare l’ordine».

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