«Il piano ha funzionato» Papadia, l’italiano nel bunker di Francoforte

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La giornata è iniziata presto. Per tutti coloro che a vari livelli da domenica sono impegnati a evitare i danni dello tsunami che sembra aver colpito le piazze finanziarie di mezzo mondo, sotto l’onda dei timori di recessione provenienti dagli Usa e nella permanente paura del contagio in Europa della crisi dei debiti sovrani di Grecia, Irlanda e Portogallo che sembra poter travolgere l’Italia e la Spagna. L’avvio delle contrattazioni sembra migliore del previsto: l’annuncio dato la sera prima dai governatori della Banca centrale europea dà  i suoi effetti. Già  prima delle 9, infatti, il rendimento dei Btp italiani registra 40 centesimi di meno della chiusura di venerdì. Poi però ripartono i ribassi dei prezzi e i rendimenti cominciano a risalire tornando ad ampliare il differenziale coi Bund tedeschi di corrispondente durata.
Dalla cabina di regia di Francoforte parte il via libera all’intervento coordinato: c’è il team guidato da Francesco Papadia, l’italiano che è direttore generale delle operazioni di mercato di Eurotower, a tenere il timone delle operazioni col presidente Jean-Claude Trichet che non smette di testare la situazione. Ma sono in allerta le sale operative di tutte le banche centrali dell’Eurozona: in Bankitalia è schierata la squadra di Franco Passacantando, (direttore per le attività  della Banca centrale) col direttore generale Fabrizio Saccomanni e il governatore Mario Draghi in continuo contatto.
Si compra dunque: partono le richieste presso le banche e su tutto il secondario dove avvengono gli acquisti di titoli, «in blocchi da 50-100 milioni di euro» riferisce un operatore, mentre la volatilità  sul mercato non accenna a diminuire e la concitazione cresce. I prezzi dei titoli pubblici italiani però tengono, il rendimento si abbassa e lo spread arriva a scendere fino sotto i 289 punti. Anche sui titoli spagnoli il mercato si raffredda. Ma da Francoforte rimbalza la raccomandazione a non dare informazioni sulle operazioni in corso, si sapranno lunedì prossimo quando verranno resi noti i dati sul drenaggio di liquidità  della settimana. Si sa però che l’intervento concertato sui mercati è continuo: agli acquisti del mattino ne seguono altri nel pomeriggio.
Dalle tesorerie dei gruppi creditizi e dagli operatori arrivano anche le cifre: la Bce, con Banca d’Italia e Banca di Spagna in prima linea, avrebbero comprato più di 5 miliardi di titoli, di cui 3,5 di Btp italiani a 2-5 e 10 anni di scadenza e 1,5 di Bonos spagnoli. Lo spread che è tornato nel pomeriggio ad allargarsi, torna a restringersi e per i decennali si ferma a fine seduta a 302, che vuol dire un rendimento del 5,29%.
Ben lontano dunque dalla soglia dei 400 punti sfondata giovedì scorso. Ai Bonos spagnoli va meglio: il differenziale coi titoli tedeschi si ferma a 289,2 punti. Ma in ogni caso la manovra «ha funzionato». Per oggi si vedrà , la Bce non fa sapere quanto è larga la disponibilità  a intervenire, non si danno anticipi, la speculazione ha le antenne. Intanto però si guarda al mercato ma anche ai tempi delle decisioni del governo Berlusconi, perché l’attesa è che si faccia in fretta.


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