by Sergio Segio | 27 Agosto 2011 9:13
«L’obbiettivo resta quello di terminare la guerra entro la fine di Ramadan, il 31 agosto», ripetono i comandanti dei ribelli a Tripoli. Solo una settimana fa queste sembravano più che altro esternazioni propagandistiche. Ma, vista la velocità delle operazioni negli ultimi giorni, ora la cosa appare altamente credibile. Ieri è toccato all’aviazione Nato tornare a fare la parte del leone. I Tornado britannici, partiti dalle basi di Norfolk, nell’Inghilterra orientale, hanno effettuato una serie di raid attorno a Sirte e contro le sue basi militari ancora in mano ai lealisti. Proprio nella sua regione d’origine, infatti, Gheddafi si sarebbe rifugiato, almeno secondo fonti riservate dell’Eliseo, citate dal francese Le Parisien. Il ministro della Difesa britannico, Liam Fox, ha confermato che i jet hanno colpito tra l’altro un sistema molto vasto di bunker ben fortificati. «Intendiamo assolutamente evitare che i centri di comando e controllo delle milizie pro Gheddafi possano abbandonare Tripoli e costituire basi alternative a Sirte», ha specificato.
Si punta ora sulla velocità . Ovvio che neppure i comandanti di Gheddafi si aspettavano avanzate tanto rapide da parte dei rivoluzionari. La loro strategia per la difesa della capitale si sta rivelando fallimentare. L’allargarsi delle regioni sempre più controllate dai ribelli con una fitta rete di posti di blocco e colonne veloci rende sempre più difficili gli spostamenti delle forze nemiche. L’offensiva continua tra l’altro anche nel settore che conduce al confine con la Tunisia lungo la litoranea. Ancora i jet Nato hanno bombardato postazioni lealiste a Al Watiyah dove era operativa una delle ultime piattaforme di sparo di missili terra-aria del Paese. Si combatte attorno a Zuwara, l’ultima città costiera prima della Tunisia. Ieri sera, secondo alcuni testimoni, i ribelli avrebbero strappato ai lealisti il prezioso valico di Ras Jedir. Una volta sconfitti gli ultimi nidi di resistenza, potranno finalmente aprire la vie di comunicazione dirette con il Paese vicino e alleviare la penuria di alimentari, benzina e altri beni di prima necessità .
Per comprendere la vastità e l’importanza delle operazioni in corso occorre prendere una cartina geografica e osservare le regioni centrali della Libia. De facto, Sirte è ormai chiusa in una grande morsa armata, controllata a terra dalle colonne dei ribelli con il morale alle stelle e dai jet Nato dall’aria. Si stima che i lealisti barricati nella città non superino i 1.500 effettivi, ma con vaste simpatie tra la popolazione.
Non va dimenticato che il villaggio natale di Gheddafi si trova solo 30 chilometri a Sud-Ovest della città . Da Bengasi tentano di trattare coi capi delle tribù locali per cercare una resa pacifica della regione. Da Ovest i ribelli sono avanzati partendo da Misurata e attestandosi a circa 80 chilometri da Sirte. Le colonne che, invece, procedono da Est, da Ras Lanuf, hanno incassato una battuta d’arresto, bloccate dai razzi Grad partiti da Sirte. È la prova che le polemiche sull’inettitudine dei ribelli della Cirenaica, animate dai ribelli dell’Ovest, sono fondate. Da una parte, dalle Montagne di Nafusa, si mantiene quello che si è promesso e si avanza, dall’altra parte, no. Proprio sul fronte orientale si sa che forti concentrazioni nemiche sono attestate nella famosa «wadi rossa», una zona che sembra fatta apposta per aiutare la guerriglia. Per i jet è difficile individuarvi i nemici nascosti tra le forre rocciose e le oasi dove possono trovare acqua e sostegno fornito dalle fiere popolazioni beduine.
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