L’eurotassa

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ROMA – Si chiama prelievo di solidarietà , si legge eurotassa. Colpirà  i redditi alti di tutti i lavoratori e lo farà  per tre anni, già  a partire dal 2011 (e non due come aveva detto Berlusconi). Il tempo di portare l’Italia al pareggio di bilancio, anticipato di un anno al 2013, dopo le pressioni sul governo della Bce. Una misura straordinaria che «riguarda tutti i contribuenti», ha spiegato il ministro Tremonti. E che fornirà  gettito «per un miliardo di euro» nel 2012.

IL GETTITO
Una cifra, questa, passata ieri al vaglio della Ragioneria generale e che dovrebbe ricomprendere altre voci del capitolo fiscale: revisione degli studi di settore, tracciabilità  dei pagamenti. Dalle accise sui tabacchi e dai nuovi giochi il governo punta a recuperare 1,5 miliardi l’anno a partire dal 2012. A queste misure si aggiunge l’anticipo al 2012 del federalismo fiscale e della delega fiscale e assistenziale da 20 miliardi totali: riordino di detrazioni, pensioni sociali, accompagno, invalidità  che porterà  «risparmi per 4 miliardi» sul 2012. Se la delega saltasse, si procederà  al taglio lineare delle detrazioni stesse e alla rimodulazione di imposte indirette, comprese Iva e accise. Nel complesso, nuova e vecchia manovra inaspriranno la pressione fiscale dell’1,7% nel 2013 (calcoli della Cgia), al livello record del 44,3%. Ma non comporteranno, secondo Tremonti, «una revisione nelle stime del Pil».
Contributo di solidarietà 
Si estende ai lavoratori privati e agli autonomi (in un primo tempo nel mirino per un’addizionale Irpef a partire dai 55 mila euro, ipotesi poi tramontata) quanto già  valido per i lavoratori del settore pubblico e i pensionati d’oro. Ovvero il prelievo per il triennio 2011-2013 del 5% sulla parte eccedente dei redditi annui sopra i 90 mila euro e del 10% dai 150 mila euro in su. Sarà  un contributo «deducibile» e «plafonato al 48%», ha spiegato il ministro. Più esplicito il decreto 138: se applicando l’eurotassa deriva «un aggravio di prelievo superiore a quello che si determinerebbe applicando ai fini Irpef l’aliquota marginale del 48%» all’ultimo scaglione di reddito (quello tassato al 43%, dai 75 mila euro in su), allora il contribuente può scegliere l’importo più conveniente: quello che deriva applicando il 48% o l’eurotassa. La progressività  del prelievo è garantita, poi, dalla deducibilità  della tassa: chi ha un reddito di 100 mila euro, in tre anni dovrà  allo Stato 855 euro. Senza deduzioni la stangata sarebbe stata di 1.500 euro. Il limite della misura è tuttavia triplo. I contribuenti che guadagnano più di 90 mila euro all’anno sono poco più dell’1% del totale, circa mezzo milione di italiani. Secondo, nel lavoro autonomo si nasconde una grossa fetta dell’evasione fiscale che sottrae 120 miliardi all’anno allo Stato. Terzo, contribuiscono alla solidarietà  solo i lavoratori. Chi vive di rendite, nulla deve.

FEDERALISMO FISCALE
L’anticipazione al prossimo anno delle misure previste «migliora la condizione di Regioni, Province e Comuni», ha riferito ieri il ministro Calderoli, perché il meccanismo anticipato dei «tagli basati sulla virtuosità » o meno degli enti consentirà  dei risparmi. Altre entrate saranno assicurate dall’anticipo di due importanti leve fiscali: le addizionali regionali Irpef che potranno salire fino allo 0,5% per gli anni 2012 e 2013 e l’Imu (Ici+Irpef), la nuova tassa applicabile sulle seconde case. «Il federalismo non è finito», risponde Calderoli alla provocazione di Formigoni.


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