Le parti sociali: non si può aspettare

by Sergio Segio | 5 Agosto 2011 7:23

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ROMA — Va bene sedersi intorno ad un tavolo per discutere, va bene metter giù una serie di punti condivisi anche se un po’ generici. Ma per rispondere alla crisi bisogna intervenire con «urgenza» e «fin dai prossimi giorni» . Dopo l’incontro a Palazzo Chigi le parti sociali mettono pressione sul governo. E chiedono di stringere i tempi senza rinviare tutto a settembre, come ha invece annunciato Silvio Berlusconi. Per una volta le 36 organizzazioni che hanno partecipato all’incontro — da Confindustria ai sindacati, passando per commercianti, banche e artigiani— parlano ad una sola voce, sotto forma di comunicato congiunto.
Un documento nel quale «prendono atto dell’immediata disponibilità  del governo e delle opposizioni a confrontarsi per affrontare le proposte presentate» , cioè i sei punti per chiedere discontinuità  che vanno dalla riduzione dei costi della politica al pareggio di bilancio. Ma, formale premessa a parte, le parti sociali suonano l’allarme per un incontro che ha lasciato molte perplessità  sulla linea del governo e soprattutto di Berlusconi che, fuori dalle dichiarazioni ufficiali, alcuni presenti hanno definito «surreale» .
Non a caso, oltre che urgenza, le parti sociali sottolineano la parola consapevolezza, perché il quadro della situazione fatto dal premier non è stato affatto condiviso: «Segnalano la necessità â€” si legge nel documento— che vi sia piena consapevolezza da parte di tutti della serietà  della situazione italiana» . E «di conseguenza ribadiscono l’urgenza di attuare fin dai prossimi giorni i provvedimenti necessari per far rientrare le tensioni sui mercati finanziari» . Un’urgenza che viene subito tradotta in pratica perché la prossima settimana le stesse organizzazioni si incontreranno di nuovo «per un esame costante degli sviluppi della situazione» . Un invito, tutt’altro che velato, affinché il governo faccia lo stesso senza aspettare settembre. Intervenire subito, dunque. Ma come? Emma Marcegaglia dice che anticipare la manovra con un decreto legge «sarebbe ulteriormente depressivo» .
In ogni caso, secondo la presidente di Confindustria, il «momento è grave, c’è una situazione straordinaria che va affrontata senza scappatoie» . E il governo «deve prendere in mano il timone» perché «non possiamo andare in vacanza e aspettare settembre» .
No all’anticipo della manovra, almeno così com’è, anche dalla Cgil: «Prima va cambiata — dice il segretario Susanna Camusso — altrimenti per i lavoratori dipendenti, per i pensionati e per le imprese ci sarebbe un gigantesco aumento delle tasse» . Ma il vero punto, per la Cgil, è la critica durissima a Berlusconi: «Siamo insoddisfatti dell’incontro. Non può continuare a dire che ha fatto tutto bene» o che «la crisi non c’era e se c’era era colpa di qualcun altro» .
Più morbido, invece, il commento di Raffaele Bonanni: «L’incontro— spiega il segretario della Cisl — è già  un segno di discontinuità  rispetto al passato. Ora abbiamo il dovere di trovare un accordo per fare più forte il Paese» . Ed anche sui tempi il suo accento è diverso: «Bisogna fare presto ma anche bene» . Dalla Uil, invece, Luigi Angeletti sposa la linea dell’urgenza senza se senza ma: «Tutti sappiamo che i tempi sono brevi, è questione di giorni non di mesi. Quello delle ferie è l’ultimo dei problemi» .

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