Le cose che dovremo fare adesso
Per prima cosa voglio innanzitutto chiarire che non ho mai pensato che il trasferimento a Palazzo Marino del Quarto Stato sia una priorità per la città in un momento di crisi economica.
Si tratta di una scelta simbolica che ritengo significativa ma su cui mi sono soffermato non più di due minuti in un lungo colloquio con l’assessore Boeri sui temi generali della cultura.
Sin dall’inizio del mandato che risale solo a dieci settimane fa, il mio impegno è stato quello di tutelare e migliorare i servizi alla cittadinanza offerti dal Comune. Impedire che lo «tsunami» sul bilancio del Comune travolgesse anche i servizi ai cittadini è stata un’impresa. Questa per noi è stata la priorità insieme all’impegno, che abbiamo rispettato come il Corriere ha testimoniato, affinché l’Expo del 2015 non si arenasse definitivamente dopo i ritardi e le liti del passato. L’Expo è una delle poche occasioni di crescita e sviluppo economico per il nostro Paese e abbiamo immediatamente ratificato l’accordo di programma che ha evitato che il Bie ci mostrasse un definitivo «cartellino rosso».
Ho poi preso due decisioni difficili come l’introduzione dell’addizionale Irpef e l’aumento del prezzo del biglietto ordinario dell’Atm ma voglio ricordare che abbiamo l’aliquota più bassa e l’esenzione più alta che ci sia in Italia. Per tutelare chi usa i mezzi pubblici per lavoro e per studio abbiamo lasciato invariati gli abbonamenti, compreso quello mensile che è molto utilizzato. Non ci siamo quindi limitati a gesti «evocativi», come il patrocinio al Gay Pride, che pure hanno un loro valore nel governo di una comunità .
Stiamo poi lavorando per l’integrazione dei migranti e per una convivenza rispettosa delle differenze, anche religiose, aiutando in questo modo anche a prevenire fenomeni di intolleranza e criminalità . Come dico sempre ai milanesi che cerco il più possibile di incontrare, e che ho incontrato anche in questo mese di agosto: non ho la bacchetta magica e sono un uomo molto pratico; non credo sarebbe realistico promettere risultati eclatanti in tempi troppo brevi.
Voglio comunque fare due esempi concreti del nostro lavoro, anche di questi giorni, ricordando che in occasione della piena del Seveso, un problema irrisolto da vent’anni, dopo nemmeno un’ora l’assessore Granelli, la Polizia locale e l’Amsa erano già sul posto per fare tutti gli interventi necessari. L’assessore Majorino ha poi rinunciato alle ferie tornando a Milano in questi giorni torridi per seguire personalmente l’attuazione del Piano anticaldo a favore degli anziani. A Milano sono sempre rimasti almeno sei assessori per seguire i problemi reali della città .
Il Corriere mi invita a prendere posizione sull’abolizione delle Province e sull’attuazione dell’Area Metropolitana, voglio sottolineare che da parlamentare ho presentato e votato oltre dieci anni fa una proposta in tal senso. Non solo non ho cambiato idea ma, anche nei giorni scorsi, ho fatto i passi di mia competenza su temi così rilevanti per la città e per il Paese. Come non ho cambiato idea sulla sobrietà in politica e nell’amministrazione dei beni pubblici. Devo anche dire che condivido l’appello a guardare avanti, anche se era doveroso fare chiarezza sulla situazione di bilancio che abbiamo trovato; e sono pienamente d’accordo sul fatto che si debba, sempre di più, passare dalle parole ai fatti. Le cose che abbiamo realizzato, e che possono apparire piccole, non sono altro che le fondamenta per realizzare quelle grandi.
Quanto ai «poteri forti», forse mi sono espresso male e voglio tranquillizzare tutti, non sono diventato un «dietrologo». Mi sono limitato a rispondere ad una specifica domanda e ho affermato che attorno al Comune di Milano ci sono interessi economici molto rilevanti ed è evidente che alcuni soggetti stiano guardando con attenzione alle nostre scelte che hanno un solo obiettivo: il bene dei milanesi.
* sindaco di Milano
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