«Disastro evitato: ma è solo un passo» Obama firma l’accordo sul debito

by Sergio Segio | 3 Agosto 2011 7:25

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WASHINGTON — Gli Stati Uniti hanno evitato l’insolvenza: la legge che la scongiura, votata lunedì sera dalla Camera, è stata approvata ieri anche dal Senato con un’ampia maggioranza (74 sì, 26 no). Subito dopo il presidente Obama l’ha firmata rendendola operativa prima della mezzanotte, in modo da consentire al Tesoro di continuare a fare i suoi pagamenti. Ma i mercati finanziari non hanno festeggiato, tutt’altro.
Nonostante la decisione dell’agenzia di rating Fitch di confermare la «tripla A» al debito Usa, ieri Wall Street si è mossa al ribasso per l’ottavo giorno consecutivo (non succedeva dall’ottobre 2008). L’accordo, che rappresenta un buon risultato politico, non va ancora alla radice del problema economico del debito federale. Moody’s ha confermato la «tripla A» ma ha abbassato la previsione da «stabile» a «negativa» , rilevando il rischio di declassamento (entro 12-18 mesi) «se la congiuntura economica di deteriorasse considerevolmente» o «nel caso di indebolimento della disciplina fiscale» . L’attenzione degli operatori Usa è ora concentrata sulla sfilza di risultati negativi che vengono dall’economia reale.
La riduzione quasi a zero della crescita del Pil nel secondo trimestre 2011 comunicata la scorsa settimana. Poi, lunedì, i dati di una sostanziale stagnazione dell’industria manifatturiera e, ieri, quelli sui consumi personali degli americani, per la prima volta in calo da due anni a questa parte. Venerdì arriveranno i numeri di luglio dell’occupazione — i più importanti — e nessuno si fa illusione vista l’ondata di licenziamenti appena decisi dai grandi gruppi. Mentre Camera e Senato hanno chiuso i battenti per le vacanze estive, un Barack Obama ancora corrucciato ha tenuto un breve discorso usando toni tutt’altro che enfatici: «Abbiamo ratificato un compromesso che ha evitato un disastro. Ringrazio gli americani per aver tenuto sotto pressione il Congresso. Ma è solo un primo passo. Ora dobbiamo fare un lavoro più ampio per riequilibrare il bilancio non solo con i tagli: intervenire sulla sanità  per gli anziani per rendere la spesa sostenibile, ma anche riformare il sistema fiscale per far pagare di più a ricchi e grandi corporation. Per eliminare esenzioni e elusioni che consentono a un miliardario di pagare un’aliquota più bassa di quella di un’infermiera» .
Questo, però, resta tutto da vedere: la supercommissione che dovrà  proporre una revisione del bilancio entro il 23 novembre (6 democratici e 6 repubblicani) verrà  nominata nelle prossime settimane. E l’aspettativa è che i conservatori non inseriranno i parlamentari dimostratisi aperti a discutere anche di incrementi delle entrate fiscali.
Obama, che intanto cerca di spostare l’attenzione su alcune misure per la ripresa («alla riapertura il Congresso dovrà  ratificare tre trattati di libero scambio che aiuteranno il nostro export e finanziare infrastrutture pubbliche che creano lavoro» ), oggi volerà  a Chicago per festeggiare il suo cinquantesimo compleanno. Un viaggio che rischiava di saltare per la crisi e ripristinato in extremis. Festa con gli amici, un gala alla Aragon Ballrooom e anche il tempo per una cena di «raccolta fondi» elettorale: chi vuole mangiare la torta con il presidente sborsa 35.800 dollari.

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