«Carceri invivibili» Anche i direttori in sciopero della fame
Più di 1.600 persone osserveranno il digiuno di protesta e tra loro ci saranno politici di ogni schieramento (Touadì del Pd, Malan del Pdl, Della Vedova del Fli, per fare qualche nome) ma soprattutto dirigenti di penitenziari e agenti in divisa. Eppoi educatori, psicologi, cappellani, assistenti sociali, medici, volontari e molti detenuti comuni insieme alle loro famiglie. A dimostrazione che il tema dell’emergenza carceraria, fuori e dietro le sbarre, è sempre più sentito: lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non ha esitato di recente a definirla «una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile». La vicepresidente del Senato, Emma Bonino, accompagnata dalla deputata radicale Rita Bernardini, visiterà questa mattina il penitenziario romano di Rebibbia. Alla Bernardini, l’altra notte, è arrivata l’adesione personale della direttrice del carcere di Enna, Letizia Bellelli. Con queste parole: «Come succede per i personaggi di Yehoshua, essere responsabile di un microcosmo difficile com’è il carcere, significa non tanto essere il colpevole o il comodo capro espiatorio, ma piuttosto portare attivamente il peso di un imperativo morale…». Anche Enrico Sbriglia, direttore del carcere di Trieste e segretario nazionale del sindacato direttori e dirigenti penitenziari (Sidipe), ha inviato una lettera aperta ai colleghi chiedendo loro espressamente di aderire. Appello raccolto da Alessandria a Lanciano, da Arezzo a Livorno, da Pesaro ad Augusta. La mobilitazione abbraccia tutta Italia (il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, membro della commissione Giustizia della Camera, domattina visiterà il carcere di Lecce).
«Servono misure alternative, serve depenalizzare alcuni reati, come quelli riferiti ai tossicodipendenti e all’immigrazione — dice il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo —, ma bisogna far presto perché la situazione in tanti penitenziari è insopportabile». Situazione esplosiva, carceri che scoppiano: già 38 suicidi in cella dall’inizio dell’anno e 305 casi di violenza o minacce a pubblico ufficiale. Proprio ieri il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, denunciava «gravi fatti accaduti all’interno dell’istituto Fornelli di Bari», con scontri tra gruppi di detenuti del carcere minorile pugliese e la contemporanea carenza di personale in grado di arginarli. Urgono rinforzi: «Duecento unità in meno a Viterbo non sono uno scherzo, così come non lo sono i 130 agenti in meno a Civitavecchia e i 95 in meno a Roma Regina Coeli», osserva Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Proprio a Regina Coeli domani pomeriggio, giorno di Ferragosto, ci sarà la visita di Nitto Palma — il neo Guardasigilli che ha ormai annullato le vacanze in Polinesia — accompagnato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. E il ministro dirà la sua sull’emergenza.
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