L’utile Generali azzoppato dai bond greci e da Telco
MILANO – Primo semestre positivo per Generali sotto il profilo industriale e del risultato operativo, mentre pesano sui conti le svalutazioni sui bond greci (140 milioni) e sulla partecipazione in Telco (143 milioni, a 1,8 euro per azione, in linea con quanto hanno deciso gli altri soci delle holding che ha in pancia Telecom). Queste due voci hanno portato il Leone di Trieste a chiudere con un utile netto consolidato di 806 milioni, sopra le attese degli analisti ma in calo del 7,7% rispetto al 2010 (senza le voci straordinarie l’utile netto è in rialzo del 24,7%). In aumento anche il risultato operativo, che sale del 12,7% a 2,4 miliardi, mentre i premi danni salgono del 2%, con un miglioramento del combined ratio a 96,5%. In calo invece i premi vita (-9,5%) ma con un miglior focus sui prodotti ad alta redditività .
Risultati che hanno consentito all’ad, Giovanni Perissinotto, di confermare il target operativo per il 2011, ma bocciati dalla Borsa, dove il titolo ha perso il 3,5%. La tempesta finanziaria che sta sconvolgendo i mercati ovviamente è destinata a farsi sentire. Al 30 giugno scorso Generali aveva un’esposizione netta di 3,1 miliardi di euro ai titoli governativi dei paesi periferici europei (Grecia, Portogallo e Irlanda) e alla stessa data i titoli di Stato italiani erano pari a 51 miliardi, con un incremento di 2 miliardi nel secondo trimestre (a fronte di una riduzione di bond societari). Una montagna di Btp (con una duration finanziaria media intorno ai 7 anni) che alla fine del primo semestre aveva avuto un impatto irrilevante ma che, nel mese di luglio, ha generato perdite di valore latenti nette per 612 milioni. Una voce che ha impatto sul patrimonio netto (pari a 17 miliardi) e sul Solvency margin della compagnia. Ebbene, a fine giugno Generali aveva un indice pari a 141 (incluse le plusvalenze immobiliari) ma nel solo mese di luglio la crisi dei mercati ha complessivamente “bruciato” tre punti di margine di solvibilità , mentre l’Embedded value si è ridotto di 4 miliardi tra aumento degli scarti e cali azionari. A fine giugno i titoli governativi in portafoglio del gruppo erano pari a 129,6 miliardi (50,1% del portafoglio totale a reddito fisso), con l’Italia che assorbiva il 39,3% del totale. Si vedrà come evolveranno i mercati, ma una cosa è certa: non è tempo di acquisizioni, come ha sottolineato Perissinotto. Aggiungendo che il gruppo ha spazi di crescita anche senza fare shopping. Per quanto riguarda la banca russa Vtb, i colloqui continuano e ieri in cda è stato dato un aggiornamento sulle trattative.
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