La paracadutista presa con la droga Indagine sull’eroina tra i militari

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L’ormai ex caporal maggiore Alessandra Gabrieli, genovese di Porta Principe, oggi disoccupata e tossicodipendente fra i carrugi del centro, è stata presa con 35 grammi di eroina purissima, «sostanza pietrificata, buona per 400 dosi», precisa il comandante dei carabinieri di Sampierdarena che giovedì scorso l’ha messa in manette. Processata per direttissima, davanti al giudice ha raccontato una storia sorprendente. «Ho iniziato a farmi quando i miei amici sono tornati dalla missione, visto che lo facevano loro l’ho fatto anch’io…». Eroina a Kabul, insomma. Una testimonianza choc che potrebbe sollevare un polverone sul contingente italiano dislocato in Afghanistan, primo produttore mondiale di oppio. «Ce ne occuperemo di sicuro», ha confermato il procuratore militare di Roma Marco De Paolis che presto avrà  a disposizione gli atti della procura di Genova. «Le mele marce ci sono ovunque ma le perle sono molto più numerose», ha cercato di gettare acqua sul fuoco il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto.
Il caso è aperto, anche se per il momento agli atti c’è solo il dramma di una giovane donna, figlia di un ex ufficiale della Folgore e pluridecorata parà  dell’Esercito, che ha marciato su tutti i teatri di guerra dove è stata impegnata l’Italia, Iraq, Libano, Kosovo. «Poi mia madre si è ammalata e io ho dovuto lasciare l’esercito. Oggi sono tossicodipendente ma non sono una spacciatrice. Ho venduto solo piccole dosi per comprarmi la mia, niente di più», ha spiegato al magistrato. Mamma Anna non ne sapeva nulla: «Mai sospettato, Alessandra era entusiasta della sua carriera e della possibilità  di fare qualcosa di buono nelle missioni all’estero – ha detto al Secolo XIX – Poi ha lasciato per via della mia malattia». Ma fra gli inquirenti c’è chi sostiene che in realtà  sia stata proprio l’eroina la causa dell’abbandono della piazza d’armi. Un tunnel dal quale il caporal maggiore non è ancora uscita e nel quale sono entrati a suo dire altri reduci di Herat.
Per il momento indaga solo la procura di Genova ipotizzando un traffico di stupefacenti fra Milano e Genova. Ma nei prossimi giorni la vicenda potrebbe decollare a Roma, procura militare, che poi informerà  il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Il presente di Alessandra, un tempo anche voce di Radio West, l’emittente dell’Esercito, è dietro le sbarre del carcere di Pontedecimo. «Abbiamo chiesto gli arresti domiciliari ma il giudice ha bocciato», ha spiegato il suo avvocato, Valentina Traverso, aggiungendo che ora l’ex caporale tenterà  la via della comunità  di recupero.
È la parabola di una promessa della Folgore che ha conosciuto promozioni e stelle e che un giorno si è ritrovata demotivata e diversa sulla banchina di un porto. «C’erano i miei amici militari, ho visto loro e l’ho fatto anch’io». Cercava nuove emozioni, nuove vertigini, il brivido che un tempo le davano i lanci dal C130. «Ho scelto di entrare nei parà  per fare qualcosa di diverso dai miei coetanei, qualcosa di forte», disse al Corriere della Sera all’inizio della sua carriera. Ricordava con passione la notte del primo lancio: «Ero agitata, toccai coi piedi e poi giù col sedere. Ero orgogliosa e felice». Venerdì scorso, in aula, l’hanno vista scuotere la testa e guardare sua madre: «Non ti preoccupare, ne uscirò».


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