La manovra spacca i sindacati

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 I tempi per l’approvazione della manovra stringono, e si muove anche il sindacato. Per contrastarla, ma purtroppo in ordine sparso. La massima contrarietà  viene dalla Fiom, che ha già  annunciato una serie di manifestazioni in tutta Italia il 5 e 6 settembre, prefigurando poi una «mobilitazione permanente». Anche la Cgil non sta a guardare, sebbene si debbano aspettare diversi passaggi, per arrivare alla fine (non prima della seconda metà  di settembre, credibilmente) allo sciopero generale. Proprio oggi si riunisce il vertice dell’organizzazione – cioè la segreteria confederale guidata da Susanna Camusso, i segretari territoriali e delle categorie – per fissare una data e proclamare lo stop: anche se poi l’ufficializzazione vera e propria non potrà  arrivare prima del 31-31 agosto (data del prossimo Direttivo). Pure la Cisl scende in piazza, ma ci tiene a sottolineare che non sarà  sciopero generale: «È sbagliato farlo», manda a dire senza troppi giri di parole Raffaele Bonanni a Susanna Camusso.

La segretaria della Cgil aveva tentato, alla fine della scorsa settimana, un ultimo approccio con Cisl e Uil per fissare una piattaforma comune, di rivendicazioni e di azioni. Ma per il momento dalla Cisl ogni porta sembra chiudersi: «Non ci mischeremo – ha detto ieri – con chi vuole fare scioperi generali di natura politica per risolvere i propri problemi interni». Lo sciopero «è sbagliato», ha continuato Bonanni, invitando Camusso a «sganciarsi dalla politica, per tornare a fare le cose insieme». «Non copieremo i sindacati greci – ha concluso il leader della Cisl riferendosi al tema scioperi in periodo di crisi – Magari le iniziative le faremo di sabato e di sera, senza bandiere di partito e uomini politici».
Rimanendo in campo Cisl, il segretario Bonanni non sembra preoccupato dell’effetto della manovra sui diritti del lavoro, in particolar modo sull’articolo 18 (che grazie a una nuova norma inserita nella finanziaria, può essere neutralizzato anche da un accordo aziendale): «La manovra rafforza il potere delle parti – ha spiegato – Anche sulla vicenda dell’articolo 18, se le parti lo riterranno lo faranno, se no, invece non lo faranno. Perché dovrei avere paura dei miei sindacalisti nelle aziende o sul territorio? Gli accordi con valenza erga omnes, poi. possono essere fatti dalle organizzazioni più rappresentative. Non è il sindacato che occasionalmente ha la maggioranza in un’azienda. Insomma, le decisioni restano nella piena disponibilità  delle parti».
La Cisl quindi organizzerà  manifestazioni per chiedere che «a pagare sia chi ha di più»: «Non si devono toccare le pensioni, siamo d’accordo piuttosto ad aumentare l’Iva sui beni di lusso, e condividiamo l’idea della Lega per “una patrimoniale del lusso”. Per lo sviluppo si usino i soldi della Casta». Bonanni invita le imprese e le altre parti sociali, «in particolare la Confindustria di Emma Marcegaglia», a un incontro «per fare il punto»: «Serve un patto sociale tra governo, Regioni, enti locali, opposizione, banche, imprese, sindacati». Infine, il segretario generale della Cisl invoca «una forte discontinuità  nella classe politica», ma non declina il concetto.
La Cgil, nonostante la risposta già  chiara di Bonanni, oggi ribadirà  comunque l’invito a Cisl e Uil per una mobilitazione comune: si cerca di tenere il filo del dialogo sempre aperto. Domani mattina, dalle 9, l’organizzazione guidata da Camusso terrà  un presidio davanti a Palazzo Madama, sede del Senato, dove sarà  presente anche la segretaria generale. Intanto da Corso d’Italia è partita una lettera a Comuni, Province e Regioni per un incontro, da tenere a breve, sulla manovra.
Quanto alla Fiom, scalda i motori per il 5 e 6 settembre: «Sarà  una manifestazione straordinaria – spiega il leader Maurizio Landini – che si accompagnerà  alla mobilitazione permanente. «La crisi – continua – viene usata per cancellare diritti fondamentali come l’articolo 18, l’abolizione implicita del 25 aprile e del primo maggio, e della festa della Repubblica. Il nostro obiettivo è cambiare il governo e le forme di lotta non devono limitarsi alla testimonianza. Ma la Fiom è ovviamente contraria a ogni forma di violenza e vigilerà  con attenzione su ogni possibile eccesso».


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