La lega e i tagli alle pensioni
Il ministro che porta i maiali a calpestare i terreni destinati alle moschee, ne ha pensata un’altra delle sue: accanirsi sulle vedove, gli anziani non autosufficienti e i disabili. Alla faccia dell’anima social della Lega, quella che avrebbe dovuto difendere le pensioni a spada tratta, e alla faccia anche della platea davanti alla quale si è esibito (i «cattolicissimi» di Cl), Roberto Calderoli ha lanciato l’ultima boutade estiva dall’alto dei suoi bermuda agostani: «Tagliamo le pensioni a chi non ha mai lavorato», cominciando da «quelle di reversibilità eccessivamente alte e da quelle di accompagnamento non legate oggi a limiti di reddito». Certo, l’erogare pensioni di genere assistenziale guardando ai redditi è sempre cosa giusta (si può anche evitare di darle ai ricchi), ma comunque all’opposizione questa uscita di Calderoli non è piaciuta, dato che già da diversi giorni il Pd mette in guardia sul rischio che la manovra vada appunto a tagliare (tutti) gli assegni di reversibilità , di accompagnamento e agli invalidi civili.
La «battuta» del ministro è di due giorni fa, e ieri si è aperto dunque il coro delle proteste, soprattutto da parte del Pd. Per Stefano Fassina, della segreteria di Bersani, «pur di non far pagare i grandi evasori fiscali condonati a prezzi stracciati, Pdl e Lega programmano di tagliare le pensioni delle vedove». «Merkel e Cameron – prosegue Fassina – condonano i capitali evasi e portati all’estero, ma fanno pagare dal 19 al 34%. La Lega fa finta di difendere i lavoratori, ma fa da reggicoda a Berlusconi e Tremonti. Continua a difendere i grandi evasori che in Italia hanno condonato al 5%, approva i tagli agli asili nido, alle mense scolastiche, ai servizi alla famiglia e agli anziani, al trasporto pubblico locale, e spinge Regioni, Province e Comuni ad aumenti regressivi di tasse e tariffe sui soliti noti».
No anche da Rosi Bindi, Anna Finocchiaro e Cesare Damiano. «Si sapeva che questo è un governo nemico delle donne – dice Bindi – Le parole sprezzanti del ministro Calderoli su chi non ha mai lavorato e percepisce una pensione di reversibilità ce lo confermano in modo brutale. A percepire questi assegni sono infatti prevalentemente vedove, donne che hanno passato una vita a lavorare per la famiglia, prendendosi cura dei figli, assicurando aiuto materiale, assistenziale, educativo che ha prodotto una ricchezza anche economica per il paese senza che venisse mai riconosciuta o quantificata».
«La Lega – aggiunge Cesare Damiano -da finto difensore delle pensioni, dopo aver digerito l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne anche nei settori privati, l’aggancio all’aspettativa di vita e il prolungamento di un anno pure per chi ha maturato i 40 anni di contributi, ora propone di diminuire gli assegni di reversibilità . Un attacco vergognoso a persone anziane, vedove e vedovi, che rappresentano l’anello debole della catena sociale». «Questa proposta di Calderoli – commenta la capogruppo al Senato Anna Finocchiaro – è semplicemente irricevibile: sottintende una concezione inaccettabile della pensione, ridotta a una sorta di elemosina e carità ».
Le categorie prese di mira sono tre, composte da 7,2 milioni di persone, e costano allo Stato (a erogare gli assegni è l’Inps) 44,8 miliardi l’anno: 1) la prima categoria è formata dagli invalidi civili, un milione circa di persone che percepiscono una pensione di 260 euro mensili (dunque già molto bassa), per un costo totale annuale di 3,8 miliardi di euro; per accedere all’assegno sono necessari anche requisiti di reddito 2) ci sono poi i percettori di indennità di accompagnamento, erogata senza necessità di requisiti di reddito (quindi anche chi è molto ricco può ricevere l’assegno): si tratta di persone invalide al 100%, impossibilitate a camminare e insomma a compiere da sè gesti necessari alla vita quotidiana (sono i cosiddetti «non autosufficienti»); i beneficiari sono in tutto 1,7 milioni, percepiscono 487 euro al mese, per un costo totale per lo Stato di 13 miliardi annui; 3) infine, ci sono le vedove (e i vedovi), che percepiscono parte dell’assegno di pensione che era del coniuge (in genere il 60% di quello originario, ma sale fino al 100% in caso di figli a carico): sono 4,5 milioni di persone, la pensione media è di 600 euro al mese, e il costo per lo Stato è di 28 miliardi di euro annui; gli assegni di reversibilità sono ulteriormente decurtati (dal 25% al 50%) nei casi in cui il beneficiario superi certe soglie di reddito.
La deputata Pd Margherita Miotto aveva già lanciato l’allarme una decina di giorni fa: la manovra vuole reperire ben 24 miliardi tagliando pesantemente questo tipo di pensioni già dal 2012. E certo le parole del ministro Calderoli non rasserenano sulle intenzioni.
IL RECORD DI TREMONTI Secondo i tecnici del senato
le due manovre estive valgono 130 miliardi: 2,1 nel 2011, 24 nel 2012, 50 nel 2013, 55
nel 2014. Un intervento senza precedenti nella storia italiana.
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