La Fed: non è recessione ma l’economia è debole

by Sergio Segio | 31 Agosto 2011 7:02

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Anche l’asta mattutina di titoli pubblici italiani era filata via liscia. Ma la domanda di titoli ha retto fino a metà  seduta, quando la diffusione dei dati sulla fiducia dei consumatori americani ha cambiato l’umore generale: il dato del Conference board è crollato, in agosto, a 44,5 punti, contro 59,2 punti a luglio. Siamo al livello più basso dall’aprile 2009, e nettamente peggio delle attese degli analisti, pari a una flessione contenuta nell’area dei 52 punti. Calante (ma in questo caso meno delle previsioni) anche il prezzo delle case nelle maggiori città  americane.
Questo contrastato scenario fa leggere in ottica “interventista” le minute – diffuse ieri – del Fomc, organo della banca centrale riunito il 9 agosto: «Nonostante non sia in arrivo una nuova ondata recessiva l’economia resta vulnerabile. Alcuni partecipanti hanno notato che ulteriori acquisti di asset finanziari potrebbero essere usati per abbassare i tassi nel lungo termine. Altri hanno suggerito che l’estensione della durata media del portafoglio della Fed avrebbe l’effetto di un nuovo allentamento monetario. Pochi partecipanti hanno ritenuto che un calo degli interessi pagati sulle riserve delle banche potrebbe aiutare l’economia». La Fed, nell’occasione, aveva promesso tassi bassi per due anni, e limato le stime di crescita fino al 2012. «Diversi partecipanti ritengono che i rischi al ribasso sulla crescita economica siano aumentati». Queste parole tornano ad alimentare le speranze dei mercati in una qualche forma di intervento della Fed, a settembre.
Dopo i dati macro gli indici di New York hanno aperto in calo per poi danzare stanchi sulla parità . Nel Vecchio continente i listini si sono indeboliti, a parte Londra, che ha “recuperato” il rialzo della vigilia, quand’era chiusa per festività . Il Ftse100 ha guadagnato il 2,55%, trainato dai bancari. Altrove la musica è stata diversa, con Parigi in rialzo dello 0,19%, Madrid dello 0,51%, Francoforte giù dello 0,46%, Atene che ha limato di un 4,8% l’exploit di lunedì e il Ftse Mib di Piazza Affari in calo dello 0,23%. A Milano i titoli più in evidenza sono stati quelli della galassia Ligresti, reduce dalle semestrali, e i ciclici come Fiat industrial e Pirelli e Prysmian. Contrastati gli energetici, negativi i bancari, con perdite tra l’1,25% e il 2,6%.

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